"E' possibile concepire una comunicazione senza immagini?". E' una provocazione quella lanciata da monsignor Ravasi, presidente del Pontificio Consiglio della Cultura, al Convegno internazionale di studi "Immagini dal mondo - Cinema, Rappresentazione, Verità", che si conclude oggi al Cinema Trevi di Roma. Il convegno è stato organizzato dalla Fondazione Ente dello Spettacolo come tappa d'avvicinamento al Tertio Millennio Film Fest (al Cinema Trevi dal 9 al 13 dicembre), incentrato quest'anno proprio sui rapporti tra arte cinematografica e reale, come dimostrano titoli in cartellone quali Frost/Nixon di Ron Howard e Valzer con Bashir di Ari Folman. "Le immagini hanno conosciuto diverse fasi e movimenti di antagonismo - ha ricordato Ravasi -, dalla diffidenza radicale dell'iconoclasmo alle antipatie ideologiche dell'illuminismo. Nella stessa Bibbia c'è una chiara presa di posizione contro le icone - dice l'alto prelato, citando il decalogo - quando intima di non fare idoli né immagini "di ciò che è lassù nel cielo né di ciò che è quaggiù sulla terra, né di ciò che è nelle acque sotto la terra". "Ma è proprio il Libro Sacro - continua Ravasi - a costituire grazie alla sua ricchezza simbolica e alle storie che racconta, il più ampio bacino d'immagini. Ed è stato Chagall a dire una volta che la pittura è un pennello intinto in un alfabeto colorato. Quell'alfabeto è la Bibbia". Contro i dettami dei filosofi e dei teologi, Ravasi così conclude: "Più della logica formale e dell'astrazione razionalista, è l'immagine pura la via privilegiata per afferrare il reale nella sua autenticità, perchè racchiude in sè tutti gli elementi della conoscenza: l'intelligenza, la volontà, il sentimento e l'agire".