Sotto l'egida del Romaeuropa Festival all'Auditurium della Capitale è di scena la Societas Raffaello Sanzio. Passata la bella stagione della ricerca sperimentale nel teatro italiano, questa formazione fondata da Romeo Castellucci resiste nel suo cammino solitario, con un teatro fuori da ogni canone classico, estetico e linguistico, impegnato anzi nel reinventare una sintassi dove il realismo si fa onirico e si concentra su pochi essenziali segnificati. Sempre relativi ad un vissuto collettivo. Da qualche anno la Societas sta percorrendo le tappe di una vasta esplorazione nelle città d'Europa, per ognuna portando in scena segni particolari, una specie di identikit espresso in gesti, azioni mimiche, rumori e suoni. Inseguendo l'idea di rappresentare la condizione umana nel suo rapporto con la "polis", come in antico. Tragedia endogonidia (l' aggettivo allude agli "esseri viventi semplici che hanno al proprio interno la compresenza di gonadi maschili e femminili) è il titolo apposto all'intero viaggio, definito "sistema drammatico in crescita", mentre i singoli episodi recano un numero progressivo preceduto dal simbolo #. Ne sono autori, oltre a Castellucci, Chiara Guidi con Scott Gibbons per le musiche. Iniziato il viaggio a Cesena, sede della Societas, toccando poi Avignone, Berlino, Bruxelles, Parigi e Roma l'anno scorso, poi Strasburgo, Londra, Marsiglia poco tempo fa, per tornare prossimamente a Cesena, tappa n.10 e ultima. Il nuovo passaggio a Roma ha offerto un arretrato, per così dire: il IV episodio della Tragedia, BR.#04 Bruxelles/Brussel ovvero il segmento belga della grande avventura. Difficile per il cronista sintetizzare la serie di quadri in cui si rappresentano dati vitali del nostro esistere, come il tempo, l'identità, la legge. Visualmente ci troviamo dinanzi ad uno spazio squadrato e algido con una donna delle pulizie, un infante di fronte a una macchina che vomita lettere e parole, la vestizione da poliziotto di un vecchio cadente, altri poliziotti che picchiano selvaggiamente un collega denudato e infilato poi in un sacco per cadaveri, e un finale da fiaba nera. Proprio questa segnaletica "aperta" - spesso affascinante, mai sciatta - sollecita la sensibilità dello spettatore a leggervi la "tragedia" nostra contemporanea. Gli applausi dell'Auditorium dimostrano una partecipazione convinta. Che è l'optimum per il teatro.