(Cinematografo.it/Adnkronos) - "Non pensavo che Spielberg fosse una persona vera, pensavo fosse un mago che abitava un altro mondo". Così Jamie Bell, protagonista di Le avventure di Tintin, il primo film di animazione, digitale e in 3D di Steven Spielberg, tratto dal celebre fumetto belga degli anni '20, frutto della penna di Hergé, che debutta stasera nelle sale italiane distribuito dalla Warner.
Bell, che veste i panni del celebre giornalista-investigatore, racconta al Festival di Roma di avere visto, quando aveva 8 anni, Jurassic Park e di essere letteralmente rimasto 'ammirato' della capacità di Spielberg, al punto da considerarlo, nella sua fantasia di bambino, un mago e non un essere umano. Poi, l'emozione di lavorarci insieme: "Spielberg - afferma Bell - capisce gli attori e risveglia il senso della nostalgia che è in tutti noi. Lavorare con lui è stato un onore". Nonostante le difficoltà di recitare in un film realizzato con la tecnica della "performance capture". "Una tecnica - spiega l'attore - che si basa sulla prestazione dell'attore, richiedendogli creatività e fantasia. Anche se - confessa - recitare con una tuta piena di palline, con un casco al cui interno c'è una telecamera che ti riprende da vicino con una luce fastidiosissima, è davvero difficile".
E forse è anche fastidioso per un attore, fra l'altro diventato famoso con un film impegnativo come Billy Elliot, rimanere invisibile, visto che il personaggio cui dà vita si trasforma sullo schermo in un cartone animato. "Il film non è solo performance capture, che in ogni caso - sottolinea il 25enne attore britannico, a Roma insieme al collega veterano Andy Serkis) - è una tecnica molto valida e molto promettente per il futuro. C'è anche altro", promette.
E sull'eventualità di altri capitoli de Le avventure di Tintin, visto che si parla di trilogia, Bell non si sbilancia: "E' inevitabile che ci siano trilogie, soprattutto con un film tratto da una serie di fumetti, ma non sta a noi decidere se farle, sarà il pubblico a stabilire se si deve continuare questa avventura o no".
Bell si dice appassionato lettore dei fumetti di Hergé: "Sono sempre stato un fan di Tintin. Nato in una cittadina industriale del nord dell'Inghilterra - confessa - mi sentivo molto isolato e la mia sola passione era ballare. Le avventure di Tintin mi davano la possibilità di viaggiare, e questo mi ha aiutato molto". "Il mio preferito - aggiunge - è Tintin in Tibet, scritto da Hergé durante un periodo di crisi, anche se la prossima avventura che mi piacerebbe interpretare è quella ambientata sulla Luna". Bell, la cui grande passione è la danza ("anche se ora non frequento più corsi come facevo da piccolo"), confessa di non essere interessato a girare un musical: "Non mi interessa, non ne ho mai visti di buoni". Dice che gli piacerebbe lavorare nel cinema indipendente "per interpretare personaggi difficili e complessi". E sul suo rapporto con il cinema italiano, l'attore afferma: "Amo il cinema di vari Paesi, anche quello italiano. Non mi è mai stato proposto però di lavorare con un regista italiano. Forse mi devo preoccupare", ha concluso.