L'era Harry Potter non si è ancora conclusa per Alan Rickman e probabilmente non finirà mai, se si pensa che oggi l'interprete britannico è stato accolto al 44° Giffoni Film Festival da fan con magliette di Hogwarts, bacchette magiche, ciondoli con i doni della morte e cartelloni con la scritta “Always”. Quel “per sempre” è la dichiarazione d'amore con cui la scrittrice J.K. Rowling regala il più clamoroso colpo di scena nella saga del maghetto. Severus Piton, prima professore e poi preside della scuola di magia e stregoneria, dichiara apertamente l'amore per Lily, mamma di Harry Potter, e svela la natura buona del personaggio. Il suo interprete ci ha scherzato su nel primo appuntamento della sua partecipazione alla kermesse campana: “Appena ho saputo di questo cambio di rotta – parole sue - ero sollevato più che sorpreso. Credo che sia stato il finale perfetto per la storia. Parlando seriamente, sono convinto che l'amore sia l'unica cosa che importa”.A chi gli chiede del Quidditch, sport acrobatico a cavallo delle scope volanti in voga tra i maghetti in erba, risponde: “Non credo che Piton potrebbe mai giocarci, con quella sua tonaca nera: meglio che resti a guardare!”. E come mentore dei giovani interpreti? “E' meraviglioso – commenta – assistere alla crescita di un ragazzo dai 10 ai 22 anni. In realtà giravo solo 7 settimane l'anno, un periodo limitato rispetto alla loro permanenza sul set, ma pian piano che passava il tempo cambiavano gli argomenti che potevo affrontare con loro. Negli ultimi due film parlavo con Daniel Radcliffe (Harry Potter, ndr.) di recitazione: sono felice che sia diventato un attore capace di tante sfumature e credo sia un miracolo che ne siano usciti sani di mente, visto la mole di lavoro a cui erano sottoposti”.Anche Rickman volta pagina: a settembre torna su grande schermo con Una promessa di Patrice Leconte, distribuito da Officine Ubu, e nel 2015 con A Little Chaos commedia interpretata da Kate Winslet che lo vede impegnato anche dietro la macchina da presa. “L'educazione scolastica è un po' una tirannia perché pretende che un 14enne sappia cosa vuole fare da grande – confessa – io ho iniziato come designer, sono diventato attore e poi regista. Ho capito che non è mai troppo tardi per cambiare idea”.