Dalle librerie al cinema: quello di Carlo Lucarelli potrebbe essere considerato un salto col paracadute. Il debutto alla regia, infatti, avviene con L'isola dell'angelo caduto, adattamento dell'omonimo romanzo del 1999 (Einaudi) prodotto da Kaos Cinematografica e presentato in concorso al Festival Internazionale del Film di Roma in Prospettive Italia.
Ambientato nel 1925 all'indomani dell'omicidio Matteotti, racconta la storia di un luogo sospeso nello spazio e nel tempo o, come dice Wanda (uno dei personaggi) “uno scoglio in mezzo al mare” dove “si può morire di noia, un'isola maledetta”. Questo lembo di terra nel bel mezzo del Mediterraneo diventa l'esilio dei dissidenti politici e la roccaforte di una milizia fascista e si trasforma presto in teatro di alcuni delitti (camuffati da incidenti).
In questo periodo storico, spiega Lucarelli, “l'Italia è di fronte ad un bivio”, in uno dei momenti della vita “in cui devi scegliere se comprometterti o no”. Succede al commissario protagonista (Giampaolo Morelli), in bilico tra la possibilità di portare via dall'isola la moglie malata o l'approfondimento delle indagini, che in molti provano ad insabbiare o fuorviare. “È un uomo - spiega l'attore - che mette da parte i suoi interessi perché crede nello Stato e nei ruoli. Si limita ad esercitare il suo dovere per quello che è e che può. Ho cercato di calarmi nel suo tormento e nella situazione claustrofobica dell'isola, a fianco di una donna che ama ma che sta impazzendo”.
Le ambientazioni e le modalità narrative scelte sono frutto di ispirazioni molto varie, da Shutter Island a Boardwalk Empire passando per Man on Fire: “Ho fatto come Woody Allen: sul set del primo film - continua Lucarelli - per spiegare alla troupe cosa volesse mostrava modelli simili. Raccolgo stimoli e suggestioni che poi trasformo. Ho cercato di fare una specie di sinfonia di facce, suoni e immagini esaltando i colori. Per me è più naturale scrivere romanzi, ma questo film fa parte di una serie di esperimenti, giochi, avventure ma comunque non farei mai la regia del libro di un altro”.
L'isola dell'angelo caduto dipinge una variopinta umanità: “Qui sono tutti strani, a disagio, mentre l'unico quadrato sembra il commissario”, ma la presenza maggiormente inquietante resta quella del demonio: “Sono uno scrittore dell'incubo, vengo dal noir, il diavolo è il mio compagno di viaggio. A me piace il mistero, quella porta socchiusa da cui sbirciare e con questa pellicola faccio un'incursione in un ambiente che non è il mio ma sapendo di averlo realizzato esattamente come volevo. Se non ci sono riuscito è colpa mia, ma spero di non aver fatto troppi danni. In effetti quando i narratori scrivono romanzi sono ingegneri, ma quando realizzano film diventano alchimisti”.
Nel 2013 Lucarelli farà nuovamente capolino in tv con Blu Notte e nel frattempo tornerà al primo amore, la scrittura, ma “non scriverò più romanzi sull'ispettore Coliandro che ormai ha vita propria”.