Sono le 21,17 a Città del Messico: Lolo fa confusione con un cd-rom e provoca una serie di reazioni a catena. Così inizia Nicotina del messicano Hugo Rodríguez, proposto nella sezione Cinema in piazza alla Mostra Internazionale del Nuovo Cinema di Pesaro. La nicotina diviene il pretesto - come accadeva anche nel recente Coffee & Cigarettes di Jim Jarmusch - per una panoramica sul Messico contemporaneo, tra difficoltà economiche, violenze familiari, criminalità (dis-)organizzata nella cornice sbilenca di una commedia nera. Il Paese latinoamericano è al centro dell'esplorazione principale della 40ª edizione del Festival, che nel suo percorso alla ricerca del nuovo approda a una filmografia tornata alla ribalta dopo il successo di Amores perros. Lo spettro della contemporanea produzione messicana, sebbene ristretto (una ventina i film realizzati all'anno), assume sfumature variegate, poco percepibili, in realtà, dal pubblico europeo, in quanto solo un manipolo di film passa l'Atlantico: Y tu mamá también di Alfonso Cuarón, Il crimine di padre Amaro di Carlos Carrera, i già citati Nicotina e Amores perros e il possente Japon di Carlos Reygadas, il più bel film della sezione e forse dell'intera manifestazione. Il Festival si è mosso proprio nella direzione di rendere giustizia a questa filmografia, andando "oltre frontiera" rispetto alle logiche della distribuzione, ricostruendo con Los rollos perdidos de Pancho Villa di Gregorio Rocha la rivoluzione cinematografica del comandante, soffermandosi sulla tragedia di due liceali in Perfume de violetas, nadie te oye di Maryse Sistach, indagando la realtà affettiva degli adolescenti in Temporada de patos di Fernando Eimbcke. L'ambiguità del rapporto cinematografico tra Messico e Stati Uniti si riflette anche sullo schermo: se per alcuni registi Hollywood esercita una forte attrazione, altri gli oppongono uno sguardo autoctono, che si nutre di intimità e di tradizione. Non è un caso che in La suerte della fea, a la bonita no le importa (Alla bella non interessa la sorte della brutta) Eimbcke faccia trasformare Pamela Anderson in un rospo da una "bruttina" messicana. Succede solo nelle favole? Saranno i prossimi film a stabilirlo...