“Abbiamo conciliato le problematiche tecniche e artistiche partendo dal territorio, dal potenziale partenopeo”. Così Alessandro Rak presenta la sua opera prima, l'animazione L'arte della felicità, scelta per aprire la 28. Settimana Internazionale della Critica di Venezia. Prodotto da Luciano Stella con la factory Mad Entertainment, distribuito da Istituto Luce Cinecittà a fine ottobre, L'arte della felicità inquadra Napoli all'apice del suo degrado, seguendo il 40 enne Sergio, un tassista, e una notizia che lo sconvolge, con questa suggestiva tag line: “Due fratelli. Due continenti. Due vite. Una sola anima”.
“Abbiamo lavorato senza alcuna sicurezza, senza sapere se andasse in porto, eppure allegri e contenti, i sacrifici non ci sono pesati”, dice Rak, classe '77 e già disegnatore di lungo corso, che parla della sua città ritratta nel film come di una “Napoli esagerata, l'embrione dell'apocalisse, ma sono solo 2-3 giorni, ovvero, è soprattutto un problema di percezione individuale”. Più roseo, nonostante le apparenze, il presente e futuro dell'animazione nazionale: “Si dice che in Italia non ci sono i mezzi e la cultura per farla, ma se guardi quel che hai come possibilità e non ostacoli tutto è fattibile”. Sulla stessa lunghezza d'onda il produttore e co-sceneggiatore Luciano Stella: “Abbiamo realizzato L'arte della felicità grazie  a una grande passione, ma anche tanta lucidità, perché l'animazione è estremamente viva nel panorama internazionale, basti pensare a Pixar, DreamWorks e la nostra ispirazione inarrivabile, lo Studio Ghibli. Negli anni '70 eravamo ai vertici, basti ricordare Bruno Bozzetto, poi non abbiamo avuto continuità, ma grazie anche alla democrazia dei mezzi quali il CGI oggi la nostra sfida è diventare una vera e propria factory (MAD, NdR) che lavora per la tv, come per La cantata dei pastori (RaiUno, 26 dicembre 2012), e per il cinema indipendente con animazioni per adulti come questa, che si pone sulla scia di Persepolis e Belleville”. In cantiere una serie tv d'animazione in 52 episodi, A Skeleton Story, che sulla carta s'è già guadagnata due coproduzioni (Francia e Inghilterra), MAD vuole essere “glocal, ovvero radici nel territorio e rami alti per dialogare con il mondo. Sì, come lo Studio Ghibli”.