“Ogni tentativo di esercitare la vendetta da soli è inutile. Non è quella la soluzione”. A parlare è Davide Alfonsi che insieme a Denis Malagnino ha diretto il film Il codice del babbuino in uscita nelle nostre sale il 17 maggio distribuito da Distribuzione Indipendente. Dopo La rieducazione e Ad Ogni costo le due colonne storiche del collettivo Amanda Flor tornano sul grande schermo con una storia di intolleranza, rabbia e vendetta. 

“Il film nasce da un evento reale: uno stupro avvenuto a Guidonia. Ci siamo però concentrati sulle reazioni che si sono scatenate dopo il fatto. I giorni seguenti ci fu una sorta di insurrezione popolare perché ormai regna l’idea che si possa privatizzare la giustizia”, racconta Davide Alfonsi che ha ambientato la storia nella periferia romana. “Guidonia è un non luogo, ma c’è più attualità lì che in contesti più centrali. Noi abbiamo la fortuna-sfortuna di viverci. Lì la polizia non ci gira più. Quello che si vede nel film è la realtà: si sente la mancanza del controllo del territorio. Anche la Tiburina si è trasformata ora ci sono solo sale slot e prostitute”, prosegue il regista.

Il film racconta la storia di Tiberio (Tiberio Suma) che dopo aver scoperto che la sua ragazza è stata stuprata nelle vicinanze di un campo rom decide di vendicarla personalmente. Accanto a lui ci saranno l’amico Denis, interpretato dallo stesso Denis Malagnino, che prova in tutti modi a farlo desistere dai suoi progetti di vendetta e il boss del quartiere detto il Tibetano (Stefano Miconi).

“Questa è stata la mia prima esperienza cinematografica- dice Tiberio Suma- all’inizio è stato difficile poi piano piano mi sono sciolto. Nella vita faccio l’infermiere in sala operatoria, quindi tutt’altro, ma ho cercato di immedesimarmi in quello che vive il mio personaggio”.

Il film è stato girato in quattro settimane con pochi mezzi e s’intitola Il codice del babbuino in riferimento alla strategia di questi animali che si coalizzano nel punire i più deboli. “Vuole rimandare alla giungla e alla bestialità”, spiega il regista.

Dopo la conferenza sono stati poi presentati i film che saranno distribuiti quest’anno da Distribuzione indipendente: il thriller Anna di Charles-Oliver Michaud, Macbeth Neo Film Opera di Daniele Campea, le commedie Peggio per me di Riccardo Camilli e La notte è piccola per noi di Gianfranco Lazotti, i documentari Fuoricampo del Collettivo Melkanaa, La morte legale di Silvia Giulietti e Giotto Barbieri in cui Giuliano Montaldo racconta la genesi di Sacco e VanzettiBogside Story di Rocco Forte e Pitro Laino sui murales che raccontano gli eventi della più recente storia nord irlandese e infine La libertà non deve morire in mare di Alfredo Lo Piero sul tema dell’immigrazione.