Metti una sera a cena, avrebbe detto Patroni Griffi, in uno dei più noti ristoranti della Capitale. Claudia Cardinale e Pasquale Squitieri incontrano la stampa per annunciare un progetto che, ancora una volta, li vede complici: Vita di una italiana, sorta di docudrama incentrato sulla figura di una delle più importanti attrici della storia del cinema internazionale, diario pubblico e privato che, dall'infanzia trascorsa nella natia Tunisi e passando per gli innumerevoli incontri che hanno segnato il suo percorso - umano e professionale - arriverà fino ai giorni nostri. "Ho avuto il privilegio - racconta Claudia Cardinale (che tra qualche giorno dovrebbe iniziare le riprese di Made in Italy, film del francese Stephane Giusti a cui prenderà parte anche Stefania Rocca) - di arrivare nel momento d'oro del cinema italiano, lavorando in tutto il mondo e conoscendo i più grandi artisti della settima arte. Penso a Sean Connery o a Lee Marvin, con i quali interpretai rispettivamente La tenda rossa e I professionisti, ma faccio enorme difficoltà a dover scegliere uno tra i tantissimi registi con cui ho lavorato, tutti maestri che continuo a portare dentro di me".
L'autore della trasmissione, il giornalista e storico Giordano Bruno Guerri, spiega che "sarà un programma con e soprattutto su Claudia Cardinale, donna straordinaria, diva non diva da anni impegnata nel sociale, da sempre schierata in difesa delle categorie più deboli. Cercheremo di seguire una specie di binario parallelo, raccontando la Storia attraverso le immagini tratte dalla sua sterminata filmografia e le interviste ai personaggi che con lei hanno condiviso le esperienze cinematografiche più significative".
Progetto che si sviluppa simultaneamente alla costituzione della società di produzione Oidé S.r.l., presieduta da Raimondo Lagostena e nata per favorire lo sviluppo di opere audiovisive la cui diffusione nazionale sarà affidata al circuito Odeon Tv, Vita di una italiana "può essere considerato quale nuovo punto di partenza per svincolarsi dalle ormai sempre più asfissianti maglie del duopolio Rai-Mediaset", spiega Pasquale Squitieri, ideatore e regista del programma. "Le televisioni sono ormai monopolizzate dagli sponsor - prosegue Squitieri - e l'unico referente con il quale devono rapportarsi è l'ascolto. Qualche anno fa rimasi di stucco quando un funzionario Rai si permise di rifiutare un progetto di Bernando Bertolucci, così come oggi non riesco a giustificare il fatto che uno dei miei ultimi film, L'avvocato De Gregorio (2003), tra l'altro prodotto proprio dalla Rai, ancora non abbia trovato spazio per un passaggio televisivo: mi è stato detto che Giorgio Albertazzi, protagonista del film e attore tra i più straordinari che l'Italia abbia mai avuto, non fa audience...".