(Cinematografo.it/Adnkronos) - Teatro e cinema potrebbero allearsi contro ignoranza e violenza, come accaduto ne L'ultimo Pulcinella, il film interpretato da Massimo Ranieri, che chiude oggi fuori concorso il Festival Internazionale del Film di Roma. A sottolinearlo è il regista del film Maurizio Scaparro, uno dei più apprezzati registi teatrali italiani. "Vorrei che questo film aiutasse teatro e cinema a frequentarsi di più. Anche se le loro sono tende diverse - ha sottolineato Scaparro - abbiamo un nemico comune: il castello dell'ignoranza e della violenza".
Il film, che il regista definisce "un grido contro l'aridità di una società in cui troppe mamme sognano per le figlie un futuro da veline", racconta la storia di Michelangelo (Ranieri), artista di strada che continua a recitare Pulcinella a Napoli, senza però ottenere teatri o attenzione. La svolta arriva quando Michelangelo è costretto a lasciare Napoli per cercare suo figlio Francesco (Domenico Balsamo) che è scappato nelle banlieues parigine per aver assistito a un omicidio di camorra. A Parigi Michelangelo ritrova un suo vecchio amico professore della Sorbona (Jean Sorel) che lo aiuta a riconquistare la fiducia del figlio, ma soprattutto conosce Marie, ex attrice di teatro senza età (Adriana Asti), proprietaria e ormai custode di un vecchio e cadente teatro della periferia. Tutti insieme e con l'aiuto di Cecilia, una ragazza napoletana legata a molti giovani del quartiere (maghrebini, francesi, italiani), decidono di realizzare un sogno: rimettono in piedi il vecchio teatro e cercano di mettere in scena uno spettacolo ispirato a un soggetto inedito di Roberto Rossellini su Pulcinella.
Malgrado le difficoltà di vita del quartiere e le tensioni crescenti con la polizia, Michelangelo cercherà di creare uno spazio dove possa essere nuovamente riconosciuta la dignità e l'utilità di aprirsi ai sentimenti, di parlare, recitare, cantare.