(Cinematografo.it/Adnkronos) Kenneth Branagh apre con Sleuth la parata di remake e citazioni della 64ma Mostra del Cinema di Venezia. Il film che il regista inglese ha portato in concorso al Lido è infatti il rifacimento dell'omonimo film diretto negli anni '70 da Joseph L. Mankiewicz (in Italia uscì con il titolo Gli insospettabili) e interpetato da Laurence Olivier e da un giovane Michael Caine, nei panni dei due rivali in amore. Nella nuova versione, Branagh ha chiamato Caine per interpretare l'attempato scrittore impersonato da Olivier nella versione originale mentre è Jude Law il giovane antagonista. Sempre in concorso sfilerà in chiusura di festival, il 7 settembre, 12 il nuovo film del maestro russo Nikita Mikhalkov, nella doppia veste di regista e attore: si tratta del remake, trasportato nella Russia dei nostri giorni, de La parola ai giurati (titolo originale Twelve Angry Men), diretto nel 1957 da Sidney Lumet. E' poi una sorta di prequel-omaggio dedicato ad una pietra miliare del western all'italiana, ovvero Django di Sergio Corbucci, il film in concorso Sukiyaki Western Django del regista giapponese Miike Takashi, che fa recitare nel prologo un irresistibile Quentin Tarantino che parla inglese con accento giapponese. Sempre sul terreno dell'omaggio al western e ai suoi luoghi si muove poi Searchers 2.0, il film di Alex Cox presente alla Mostra nella sezione Orizzonti: qui il regista racconta di un raduno dei fan di Sentieri Selvaggi (titolo originale Searchers) di John Ford nella Monument Valley. La proiezione del film non si terrà mai, ma la sopravvivenza dei protagonisti abbandonati nel deserto dipenderà dalla conoscenza del maestro dei maestri, Sergio Leone.
Nel gioco delle analogie della 64ma Mostra di Venezia, va sottolineato anche il ritorno di Brian De Palma ad un tema, quello dello stupro in guerra, da lui gia trattato. Infatti, Redacted, il film che il regista Usa porta al Lido in concorso domani racconta della violenza sessuale perpretata da militari statunitensi su una ragazzina irachena e non può non richiamare alla memoria Vittime di guerra, il suo film del 1989, dove raccontava una storia ma ambientata nella guerra del Vietnam. Infine, riflettori puntati su Exodus, il film della regista argentina Penny Woolcock che attualizza il Vecchio Testamento: neanche questo è un remake ma la somiglianza di alcune scene con il film Children of Men che Alfonso Cuaron portò al Lido l'anno scorso è impressionante.