"Il Profumo dell'uomo comune". Per il regista Tom Tykwer è questa l'essenza del suo adattamento del bestseller di Patrick Suskind, che esce venerdì in 350 copie distribuito da Medusa. Pubblicato nel 1985, il romanzo ha venduto più di 15 milioni di copie in tutto il mondo e in Italia è arrivato alla undicesima ristampa. Il produttore tedesco Bernd Eichinger, habitué delle trasposizioni da Il nome della rosa di Umberto Eco a Particelle elementari di Michel Houllebecq, ha acquisito i diritti del libro nel 2001, dopo che l'autore si era rifiutatto di concederli per 15 anni, e ha affidato la regia a Tykwer. "Ho incontrato Suskind una sola volta - dice il regista di Lola corre e Heaven - un incontro simpatico ma formale, ho avuto l'impressione che Patrick non volesse collaborare alla sceneggiatura: dopo i cinque anni che ha impiegato per scriverlo forse è nomale volersene staccare". Interpretato da un cast internazionale, in cui spiccano Dustin Hoffman, nel ruolo del profumiere Giuseppe Baldini, e Alan Rickman (Antoine Richis), Profumo nel primo weekend di programmazione in Germania ha richiamato un milione di spettatori per un incasso di 10 milioni di euro, mentre in Russia ha già superato al botteghino il Codice da Vinci. Il protagonista è l'inglese Ben Wishaw nei panni di Jean-Baptiste Grenouille, nato al mercato del pesce di Parigi nel 1738 e dotato di un olfatto straordinario, che lo condurrà a voler preservare ossessivamente gli odori umani, trasformandosi in un serial-killer. "La mia sfida - dice Tykwer - è stata quella di riconsegnare l'intensità del libro e la specificità del linguaggio di Suskind nel linguaggio cinematografico: sin dall'inizio non abbiamo voluto realizzare un film fantastico, ma molto realistico, concentrandoci sull'esperienza fisica e olfattiva del protagonista". "Jean-Baptiste - prosegue il regista - è un uomo medio, comune, che però si esprime e rappresenta come estremo: utilizza il suo talento olfattivo per andare oltre, per sfuggire la solitudine e l' auto-reclusione nel proprio mondo interiore". Questo profumiere "uccide per ricevere accettazione, per essere amato, per passione: è un lato della sua personalità che ci disturba, ci scuote e che forse non vorremmo vedere". La differenza principale tra romanzo e film riguarda la consapevolezza da parte di Grenouille che il proprio corpo non emana odori. Suskind la pone all'inizio del romanzo, mentre Tykwer la colloca al centro del film: "E' un punto di svolta fondamentale, un momento iper-drammatico: non l'ho rivelato all'inizio per permettere allo spettatore di sentirsi il più vicino possibile al protagonista, di condividerne la follia e il mondo inventato". "Dovendo tradurre il romanzo - prosegue il regista tedesco - ho inteso da subito che la mia strada sarebbe stata il personaggio: ho costruito ogni scena sul rapporto tra lui e la società circostante". Denso di rimandi pittorici ed estetici - Tykwer cita Rembrandt e il rococò - "Profumo non vuole essere il solito film storico che sa di artificioso: ogni attore si è calato nel proprio costume, l'ha posseduto e fatto proprio". Tra questi la giovanissima Rachel Hurd-Wood, che interpreta Laura, una bellissima dama preda di Grenouille: "Non credo che il mio fosse un ruolo difficile, nonostante la distanza temporale, il mio personaggio è un'adolescente come me".