La somiglianza è quasi totale: Audrey Tautou, l'ex Amélie Poulain del cinema francese, è la giovane Gabrielle in Coco avant Chanel, l'amore prima del mito di Anne Fontaine, in uscita il 29 maggio, distribuito dalla Warner Bros. La regista si concentra sulla prima parte della vita della stilista, nata nel 1883 e morta a 87 anni, un periodo ancora piuttosto fumoso e sconosciuto, in cui si scopre che l'icona dell'eleganza francese era una contadina semi-analfabeta. Per la fisionomia pressoché identica le erano stati sottoposti altri progetti, spiega Audrey Tautou a Roma per la promozione del film, deliziosa nel suo abitino semplice nero con il colletto bianco, i capelli alla maschietta. Ma è stato solo quella di Anne Fontaine a convincerla: "Il debutto di Coco - dice l'attrice -, le origini umili, i primi amori, sono il capitolo più interessante della sua esistenza, almeno per me. Ho trovato molto stimolante che a narrare la sua leggenda fosse proprio una donna". Per entrare nel ruolo la Tautou ha studiato a lungo, ha visto le interviste filmate, studiato i dettagli, letto biografie e libri. "E' stato difficile perché non esistono testimonianze o foto di quel periodo, Coco mentiva spesso sul suo passato, cambiava versione in continuazione. E io non conoscevo quasi nulla della sua gioventù, pensavo fosse una sarta di talento, non sapevo che avesse l'ambizione di diventare cantante o attrice. La passione per l'abbigliamento è stata un'intuizione e allo stesso tempo una necessità. Nel primo dei film dedicati alla stilista in uscita nelle nostre sale (l'altro Coco Chanel & Igor Stravinsky di Jan Kounen chiuderà il festival di Cannes), Coco è mostrata nella sua fragilità e mascolinità allo stesso tempo, l'abbigliamento povero e senza fronzoli, il corpo magro quasi androgino. "Si è sempre rifiutata di seguire un destino già scritto - continua la Tautou -. Sposare un uomo qualsiasi, dipendere da lui per la sopravvivenza, arrangiandosi come sartina. Credo che l'incontro con Boy Capel sia stato fondamentale per il suo percorso. Per la forza che le ha trasmesso, l'incoraggiamento a seguire la sua inclinazione artistica. La peculiarità di Coco, la caratteristica più affascinante, è il voler essere a tutti costi uguale agli uomini, avere lo stesso potere, libertà e indipendenza. Questo sentimento è stata la sua grandezza e modernità". La Tatou, che a giugno girerà una commedia, ambientata nel Sud della Francia, di Pierre Salvadori, è anche la testimonial della nuova campagna pubblicitaria del profumo Chanel n.5, dopo Nicole Kidman. "Con la Maison Chanel ho ottimi rapporti - spiega -. E mi è sembrato naturale accettare, al di là di quello che si racconta si svolge tutto con un'estrema semplicità, intelligenza e professionalita'. Quanto alla Kidman penso sia bravissima". "L'icona dell'eleganza francese era una donna povera e ignorante - dice Anne Fontaine -. E' assolutamente geniale". La regista di Nettoyage a' sec e Nathalie si è ispirata tra gli altri alla biografia scritta da Edmonde Charles-Roux, Chanel and Her World: Friends, Fashion and Fame. "Erano anni che ci pensavo ma non avevo ancora deciso nulla". Condizione necessaria un'attrice che potesse calarsi nella parte di Coco: "Quando ho visto Audrey la prima volta – continua la Fontaine - ho pensato: è lei. Il modo in cui guardava, intensamente, mi ha dato il coraggio di lanciarmi nel progetto, perché avevo di fronte l'incarnazione assoluta di Coco Chanel. Il suo sguardo ha cambiato un'epoca e le donne. La sua audacia e il suo coraggio ne hanno fatto l'emblema dello stile francese, ha inventato una divisa e un comportamento sociale lavorando direttamente sugli abiti, senza disegnare. Avrebbe potuto essere un'eroina di Balzac, se lui non avesse preferito gli uomini".