Private fuori dalla corsa agli Oscar per il miglior film straniero. Candidato dall'Italia, il film di Saverio Costanzo è stato escluso dall'Academy perché non "risponde ai requisiti necessari" previsti dal regolamento. La motivazione, si legge nella lettera inviata all'Anica il 12 ottobre, risiede in particolar modo nel fatto che Private non sia stato girato "neanche parzialmente in lingua italiana". Al fine di non penalizzare il nostro cinema, l'Academy ha però concesso, "in via del tutto eccezionale", che il film venga rimpiazzato da un altro titolo. Il comitato di selezione dovrà quindi riunirsi al più presto, riaprendo la corsa tra la rosa degli otto titoli candidati in precedenza: La bestia nel cuore di Cristina Comencini, Cuore sacro di Ferzan Ozpetek, I giorni dell'abbandono di Roberto Faenza, Quando sei nato non più nasconderti di Marco Tullio Giordana, Quo vadis, Baby? di Gabriele Salvatores, Provincia meccanica di Stefano Mordini, Viva Zapatero! di Sabina Guzzanti e Il resto di niente di Antonietta De Lillo. Private potrà comunque concorrere in tutte le altre categorie.  Non si è fatta attendere la risposta dell'Istituto Luce, che distribuisce il film di Costanzo: "Riteniamo che Private avesse tutti i requisiti necessari per concorrere alle nomination degli Oscar, essendo da sempre il giudizio relativo alla scelta della lingua soggettivo e discrezionale da parte dei membri dell'Academy, così come anche confermato dai legali italiani e americani che ci avevano seguito in questa avventura" spiega Luciano Sovena, amministratore delegato della società. E aggiunge: "Credo che la candidatura di Private sia stata il segno di un cambiamento, dell'importante momento di svolta che sta vivendo il cinema italiano: per la prima volta a concorrere per il  nostro paese un piccolo film di produzione indipendente, una coraggiosa espressione di una cinematografia moderna e contemporanea capace però di trattare con coraggio un tema centrale del mondo di oggi e al tempo stesso di  toccare le coscienze personali e di superare ogni confine linguistico".