Alla fine vince il Sudamerica con i diritti delle donne violate. Ad aggiudicarsi l'Orso d'oro della 59ma edizione del Festival di Berlino è stato La teta asustada (The Milk of Sorrow) film peruviano della regista Claudia Llosa. "Questo è il Perù, il mio paese" ha detto la regista alzando al cielo l'Orso d'oro. E il suo film è tipicamente legato a questa nazione che dal 1980 al 2000 ha registrato 70.000 omicidi e innumerevoli casi di stupro e abuso. La giuria, capitanata da Tilda Swinton, ha conferito invece l'Orso d'argento alla regia all'iraniano About Elly di Asghar Farhadi, un dramma psicologico ambientato nell'Iran di oggi. E' andata bene anche all'uruguaiano il Gigante - una commedia amara che racconta di una tenera storia d'amore ambientata in un supermercato - di Adrian Biniez che fa incetta di premi (Gran Premio Giuria, l'Alfred Bauer ex aequo ex aequo con Tatarak di Andrzej Wajda, e il Best First Feauture Awards), mentre per gli attori vengono premiati London River (Orso d'argento miglior attore a Sotigui Kouyate, che il pubblico italiano ricorderà nel ruolo di Abdelkader per Il tè nel deserto di Bertolucci) e Alle Anderen di Maren Ade che porta a casa ben due premi (miglior attrice a Birgit Minichmayr e Gran premio della Giuria). Infine i premi minori: l'Orso d'argento per la migliore sceneggiatura è andato a Oren Moverman e Alessandro Camon per The Messenger, mentre l'Orso d'Argento per il contributo alla realizzazione di un film è stato asssegnato a Gábor Erdély e Tamás Székely per il miglior suono di Katalin Varga di Peter Strickland.