Rai Premium e Rai Vaticano, insieme, la sera del 9 dicembre, per raccontare il rapporto tra i Papi e il grande schermo. Alle 21,20, la fiction “Joannes XXIII”, del regista Giorgio Capitani sulla vita del Papa “buono”, Angelo Roncalli, interpretato da Massimo Ghini. A seguire, alle 23,15, l’inchiesta di Rai Vaticano, a cura di Massimo Milone, firmata da Stefano Girotti, “Cinema per l’anima” che partendo dalla mostra di Milano, “Papi in soggettiva” esplora il rapporto  esistente oggi tra cinema e Magistero dei Papi.

Aspettando il nuovo film di Wim Wenders Papa Francesco, un uomo di parola, che vedrà protagonista Papa Bergoglio, e dopo il docu-film Beyond the Sun nel quale il Papa argentino offre un cameo, leggendo il Vangelo insieme ai bambini e spiegando il significato della preghiera, Rai Vaticano propone il parere di esperti e protagonisti del mondo del cinema.

Le telecamere di Rai Vaticano partono infatti dalla mostra “Papi in Soggettiva”, presentata, in anteprima, alla Triennale di Milano e realizzata seguendo il progetto divulgativo redatto da Mons. Davide Milani, Presidente della Fondazione Ente dello Spettacolo (Conferenza Episcopale Italiana).  Tra fotografie storiche e vecchie pellicole in celluloide (come quella protagonista Pio XII che si reca sul luogo dei bombardamenti a Roma durante la Seconda Guerra Mondiale), fino ad arrivare alle più recenti produzioni digitali e multimediali, l’inchiesta svela il filo che lega, da sempre, la vita dei Pontefici con il cinematografo.

                    Mons. Davide Milani

Il modo in cui si esprime l’ interesse della Chiesa cattolica nei confronti della “settima arte” viene infatti raccontato da Mons. Dario Edoardo Viganò, Prefetto della Segreteria per la Comunicazione  della Santa Sede. Dice Viganò: “Il cinema diventa spirituale quando racconta il dramma dell’uomo della donna, della famiglia, nella vita di tutti i giorni ma con la possibilità di uno sguardo altro, o in alto, aprendo una speranza. A volte il cinema pone solo delle domande ma l’importante è che siano domande giuste".

               Mons. Dario Edoardo Viganò

Viganò  aggiunge una nota di significato simbolico e religioso. “ In occasione dei cento anni del cinema, nel 1995 – dice Viganò - pensammo di proporre dei Patroni per la settima arte e pensammo agli angeli.  Perchè sono dei  battiti di luce e movimento, così come è fatto il cinema. Sono annunciatori, messaggeri che fanno la spola tra gli uomini e Dio. In fin dei conti il cinema è anche questo. Qualcosa che ci aiuta a scandagliare l’animo umano e a fare emergere una storia che cerca un orizzonte di speranza”. Per quanto concerne i progetti futuri Mons. Viganò illustra la  trasformazione in atto nel mondo della comunicazione Vaticana : “Oggi il mondo del cinema è cambiato - dice - le modalità di fruizione sono molto diverse da quando, da ragazzi,  potevamo vedere un film solamente andando nelle sale. Oggi è tutto più segmentato, con tracce nella Rete dove avviene un nuovo processo, ben conosciuto dalle nuove generazioni, smontando e rimontando per la fruizione. L’impegno che ci ha consigliato il Santo Padre è quello della riforma del sistema comunicativo in cui c’è tutto; parole, immagini e ascolto. Dal cinema alla televisione, dai giornali a internet”. Una grande occasione per trasmettere valori religiosi e sociali, ma si tratta di uno sforzo condiviso da molti registi, attori e produttori?

Alla domanda di Rai Vaticano, nello speciale risponde Alberto Barbera,  Direttore della Mostra d’Arte Cinematografica di Venezia: “ La cosa che ha sorpreso I giornalisti è prendere atto che molti film recenti,  presenti a Venezia, si pongano questioni di fondo alle quali sembrava che il mondo del cinematografo avesse abdicato.  C’è un cinema che è puro divertimento, anche se talvolta emergono ugualmente problematiche esistenziali, e c’è un cinema che rappresenta una grande occasione per riflettere sulle problematiche contemporanee”.                                                                             

Il meccanismo dello “ star sistem” è perfetto . Trailers in televisione e grandi manifesti in tutte le città del mondo pubblicizzano i nuovi film che prossimamente saranno sul grande schermo. Celebrità internazionali che sfilano sul tappeto rosso a Hollywood, Venezia, Cannes, Roma,  sotto gli occhi dei fans in delirio.

Ma un grande maestro del cinema come Pupi Avati, spiega a Rai Vaticano che “il cinema è nutrimento per l’anima . Se mi sono avvicinato al mondo del cinema – dice Avati - è proprio per questo, perchè coglievo nei film di Fellini, anche di altri grandi maestri, quegli aspetti che avevano a che fare con la dilatazione del reale, della realtà che portava a vedere oltre! Con il passare degli anni, l’ aspetto dell’interlocuzione con qualcuno che trascende, soprattutto che ci ama, diventa una esigenza sempre più presente”. Tra i 59 film che il regista bolognese vanta nella sua carriera, l’inchiesta di Rai Vaticano ricorda la storia di “Magnificat”. Fu giudicato un capolavoro d’intenso significato narrativo ed emotivo.

A distanza di anni Avati, rifarebbe un film così impegnativo? “Ho un ricordo di quando scrissi Magnificat con enorme nostalgia – racconta Avati - Leggendo i testi che venivano man mano pubblicati sul periodo dell’alto medioevo, ho pensato che raccontare quei periodi, allora ancora sconosciuti al grande pubblico, con una sintesi di una settimana di passione in un monastero, con personaggi emblematici, avesse una valenza didattica unica. Ottenni poche soddisfazioni economiche, prossime allo zero , ma grandi soddisfazioni accademiche. Oggi, purtroppo, il cinema degli autori non esiste più. La tecnologia ha prevalso sul senso di ciò che vogliamo dire di noi stessi . Bisogna far attenzione a non perdere l’occasione di crescita per uscire da questa omologazione”.

Negli ultimi anni ad Hollywood sono stati realizzati grandi colossal ispirati ai testi sacri che hanno ottenuto un successo mondiale. Temi che la Casa Produttrice “Lux Vide” ha sviluppato in trent’anni di attività, fin da quando fu fondata da Ettore Bernabei.                                                                 “Dall’inizio del nostro lavoro, già dal 1992, abbiamo iniziato a lavorare sulla serie “La Bibbia”, pensando che fosse il libro più venduto ma forse il meno letto nel mondo - spiega Matilde Bernabei -  la produzione ha avuto  successo e abbiamo realizzato molte serie in varie lingue,  distribuite in 140 paesi del mondo. Lo studio delle sceneggiature è stato fatto con gruppi di esperti delle varie religioni e sono stati coinvolti grandi attori di fama internazionale. Noi pensiamo che chi vive la spiritualità, o ne è alla ricerca, possa avere una qualità della vita più completa. Dal punto di vista tecnico ci avvaliamo dei più moderni strumenti di ripresa e montaggio ma, nella fiction, la cosa fondamentale è arrivare a parlare alle emozioni in modo che queste poi colloquino con i nostri cervelli”.

Nel reportage di Rai Vaticano vedremo al lavoro nuovi registi indipendenti come Terence J. Berden, di Hollywood, produttore del film “Full of Grace” ispirato  ai temi degli apostoli e degli antichi cristiani e Daniele Pignatelli, milanese, che sta realizzando un film sulla storia di carcerati ergastolani che, avvicinatisi alla fede, producono ora Ostie sacre che hanno consegnato al Papa.

Ed ancora, in anteprima, anche il trailer del nuovo docu-film di Giovanni Calamari che racconta, in modo insolito, aspetti di vita del Papa emerito Joseph Ratzinger, “quasi spiato, sbirciando con la cinepresa da dietro le quinte nei momenti della sua vita pastorale”.                                                            Nel reportage, infine,  vengono descritte anche le attività delle scuole di formazione specializzate, come quella dell’Istituto Cinematografico Sperimentale, organismo istituzionale nazionale, e quella della Scuola Luchino Visconti di Milano.