"Sfortunatamente il poker non è così differente dalla vita. E quello che mi ha spinto a raccontare questa storia è stato l'interesse per le dinamiche dei rapporti interpersonali attraverso l'ottica del gioco". Così Curtis Hanson (L.A. Confidential, 8 Mile, In Her Shoes) introduce il suo ultimo lavoro - Lucky You, in Italia Le regole del gioco, nelle sale dal 22 giugno distribuito da Warner Bros. e domenica 17 in anteprima al Festival di Taormina. Ambientato a Las Vegas ("città che mantiene inalterato il fascino della contraddizione tra la parte nuova e quella più antica", dice il regista), il film mette a confronto il doppio rapporto di Huck (Eric Bana) - giocatore di poker professionista, spaccone e abituato a vivere la vita senza prendersi grosse responsabilità - con il padre L.C. Cheever (Robert Duvall), vera e propria leggenda del poker per aver vinto due World Poker Championship, reo agli occhi del figlio di aver abbandonato la madre molti anni prima, e con Billie Offer (Drew Barrymore), ragazza giunta a Las Vegas con il sogno di poter diventare una cantante completamente estranea a tutto ciò che riguarda tavoli verdi, fiches e carte. "Sono stato un giocatore anche io, prosegue il regista, certo non a questi livelli. Oggi il poker è diventato un vero business in America e noi abbiamo voluto ambientare Lucky You nel 2003, anno in cui il fenomeno è esploso trasformandosi definitivamente in evento mediatico. Per questo, oltre ad aver ricercato una credibilità costante nella ricostruzione delle partite coinvolgendo Doyle "Texas Dolly" Brunson (icona del poker e personaggio che ha molto in comune con quello interpretato da Duvall, proprio per aver vinto 2 Campionati del Mondo, ndr), ci siamo anche preoccupati di tutelare l'approccio "spettacolare" al torneo, con le telecamere in campo e i commentatori dell'evento (che in Italia avranno le voci di Fabio Caressa e Stefano De Grandis, telecronisti SKY da qualche mese impegnati a commentare le sfide di Texas Hold'em in Tv, ndr)". Impianto narrativo classico ma nessun riferimento a pellicole del passato (come California Poker di Altman), il film utilizza il pretesto del gioco per esplorare alcuni aspetti dell'animo umano: "Il personaggio cardine - spiega ancora Hanson - è sicuramente quello interpretato da Drew Barrymore, ragazza totalmente 'vergine' nei confronti del poker che smuoverà le certezze di Huck, in grado di vedere nuove sfumature della realtà solo grazie a lei. Anche per questo ritengo che la vera magia del cinema, al di là di ogni racconto o artificio tecnico, sia da ricercare negli attori". Ed è proprio su tale aspetto che Le regole del gioco punta le sue fiches migliori: "Ho accettato la parte, racconta Eric Bana, subito dopo aver letto la sceneggiatura di Eric Roth, con il quale avevo già lavorato per Munich, al momento una delle mie più grandi soddisfazioni professionali. Il personaggio di Huck, continuamente ossessionato dalla figura e dalla fama del padre, non riesce ad affermarsi quanto potrebbe nell'unica cosa che sa fare nella vita, giocare a poker. E l'unico modo per svincolarsi da quel conflitto è impostare su nuovi binari la sua esistenza". Calatosi nel ruolo sin dall'inizio ("è stato impressionante vederlo diventare a tutti gli effetti un'altra persona", racconta Hanson)Bana divide la scena con il mostro sacro di Hollywood Robert Duvall, scelto dalla produzione proprio per l'alone di leggenda che serviva ad accompagnare la sua figura: "Non ho mai giocato a poker, non mi è mai piaciuto - dice Robert Duvall - ma le possibilità illimitate che un ruolo come questo mi garantiva non potevano essere trascurate. La forza di un racconto come questo è tutta nelle sfumature dei difficili rapporti che intercorrono tra padre e figlio, tra quest'ultimo e la nuova comparsa nella sua vita di una figura femminile". Grande appassionato di Tango, "danza sociale" con cui riesce a far inorgoglire i colleghi della stampa tedesca ("non ci crederete, ma dopo l'Argentina il paese con i migliori ballerini è proprio la Germania, anche perché il bandoneon proviene originariamente da lì") e di film western ("è un genere tutt'altro che morto, ancora molto popolare in tutto il mondo") Duvall non ha difficoltà ad indicare Marlon Brando quale attore più grande di tutti i tempi ("un talento enorme e un uomo straordinario") e segnala Javier Bardem e Benicio Del Toro fra i più interessanti interpreti del panorama contemporaneo.