Un diluvio di applausi? No. Una pioggia di fischi? Giammai. Quella riservata a Noah di Darren Aronofsky, film di apertura del Bif&st 2014, è stata piuttosto una tiepida accoglienza. Di fronte alle immagini apocalittiche del visionario fantabiopic, i numerosi spettatori del Petruzzelli hanno reagito con curiosità e attenzione pur rivelando una certa perplessità nei confronti delle libertà che il regista si è preso rispetto alla tradizione. Niente di più e niente di meno insomma di quanto solitamente accade quando Aronofsky abbandona la vena realistica di film come The Wrestler per abbracciare quella filosofica alla The Fountain - L'albero della vita.
Un'apertura di tutto rispetto in ogni caso per il festival, che segna ancora un punto a suo favore nel legame instaurato in pochi anni con le major a riprova dell'importanza che sta assumendo la manifestazione a livello nazionale.
Tutt'altra musica per The Grand Budapest Hotel di Wes Anderson, seconda anteprima nazionale di prestigio e altro prezioso regalo di una major al Bif&st. Del resto era difficile pensare che il pubblico non amasse l'ennesimo colorato gioiello dell'autore americano, proiettato al termine di un giorno che ha avuto come protagonista assoluto Paolo Sorrentino. Fresco di Oscar, fintamente schivo, a Bari si è regalato al pubblico con grande generosità sostenendo un lungo incontro nel corso del quale ha ripercorso la sua carriera e raccontato molto del suo modo di fare cinema. Una lezione fuori dagli schemi, spesso venata di ironia, molto applaudita dai fortunati che sono riusciti a entrare al Petruzzelli - fuori in coda, nonostante la capienza, più di quattrocento persone. Un successo senza precedenti, segno che un premio internazionale è in grado di far uscire di casa non solo i cinefili ma pure i vagamente appassionati. A ulteriore e finale coronamento della giornata, una entusiasta Valeria Golino ha consegnato a Sorrentino il "Federico Fellini Platinum Award for Cinematic Excellence".
E proprio la Golino è stata l'altra star dei primi due giorni di festival. A Bari si è fatta letteralmente in quattro: ha presenziato alle proiezioni di Come il vento di Marco Puccioni e Il capitale umano di Paolo Virzì, presentato il primo film da regista Miele, animato un affollato incontro curato da Franco Montini. E tutte le sale, nemmeno a dirlo, sono sempre state piene. Ma questa, per il Bif&st, è una realtà quotidiana che non fa più notizia.