“La donna per antonomasia e la città più affascinante al mondo, Firenze: una goduria”. Parola di Leonardo Pieraccioni, che porta sotto l'albero dal 18 dicembre in 650 copie (di cui 50 digitali: “Abbandonare la pellicola è sacrosanto, bisogna abituare il pubblico”) con Medusa Io & Marilyn, da lui diretto, interpretato e scritto a quattro mani con l'amico Giovanni Veronesi, con protagonista la Monroe, reincarnata dalla 32enne londinese Suzie Kennedy.
Nel suo nono film, 15 anni dopo l'esordio de I laureati, Leonardo interpreta il "normotipo" Gualtiero Marchesi, che vive "raccomodando" piscine, con una ex moglie (Barbara Tabita) scappata con "un domatore di circo stile Tarzan" (Biagio Izzo)  e due amici "gay di fatto" (Massimo Ceccherini e Luca Laurenti) alle prese con una pasticceria e un amore passionale. Durante una seduta spiritica, Gualtiero chiama Marilyn, che comparirà in cucina: solo per i suoi occhi e i suoi orecchi...
Nel cast anche Marta Gastini, la figlia di Gualtiero, Francesco Guccini, ovvero il suo psichiatra, Rocco Papaleo, l'unico  a credere nella "presenza in atto" di Marilyn, Francesco Pannofino, nei panni di un maresciallo dei carabinieri, e Barbara Tabita, che dopo Ti amo in tutte le lingue del mondo interpreta per la seconda volta l'ex moglie del personaggio di Pieraccioni, Io & Marilyn contempla “amicizia, famiglia allargata, coppie di fatto, anche omosessuali, in un omaggio a Marilyn e non solo (anche il Woody Allen di Provaci ancora, Sam con Humphrey Bogart), e con un'affermazione importantissima: la donna più importante della mia vita è mia figlia, non la mia ex moglie né Marilyn. E ci sono tanti degli attori che mi accompagnano da sempre, d'altronde, fare film è come andare in vacanza in tenda canadese: sei contento di sudare accanto alle persone con cui stai bene”.
Con la premessa: “Ognuno è il film che fa in quel momento”, Pieraccioni dice di essersi “interrogato sul rapporto tra te e chi ti ha voluto bene e non c'è più: non è Ghost, qui tutto può vivere nella tua testa, come accade per Marilyn. Sono in un momento più riflessivo, ma non sono triste: tra poco avrò 45 anni, mi sento più fragile rispetto alla spavalderia de I laureati”.
“Negli anni, Leo – dice il co-sceneggiatore Veronesi – si è strutturato, non rattristato: oggi ha un lato più tenero, romantico, di cui prima forse si vergognava. E' un protagonista a tutto tondo della nostra commedia: Io & Marilyn non sarà comicissimo, ma è un film felice, che rende felici”.
Ultima parola a Pieraccioni, che prima ribatte a Veronesi: “Macché, è un film comico: perché dalla comicità dipende la mia felicità” e poi puntualizza: “Il mio non è un cinepanettone, ma il film di Natale di Pieraccioni: io faccio i film che so fare, per divertirmi e far divertire. Il fatto che esca a Natale è un'abitudine, perché sotto le Feste la gente va al cinema soprattutto perché vuole svagarsi".