A Pesaro continua l’attività di approfondimento rivolta al cinema a 360°. Dopo la giornata di ieri, che ha visto nel pomeriggio la proiezione di Zerzura di Christopher Kirkley, secondo film del concorso Pesaro Nuovo Cinema, quella di Film d’amore e d’anarchia: ovvero “Stamattina alle 10 in via dei fiori nella nota casa di tolleranza…” di Lina Wertmuller nella sezione We Want Cinema, e la conclusione in Piazza del Popolo con Les Idoles di Marc’O, presentato nel 1968 proprio qui alla Mostra e accompagnato a cinquant’anni di distanza ancora una volta dal regista, la mattinata di oggi è iniziata proseguendo l’omaggio al cineasta francese.

Ad impreziosire il programma della retrospettiva a lui dedicata, è stata infatti la prima tavola rotonda di oggi, tenutasi come di consueto al Centro Arti Visive – Pescheria. L’incontro, moderato dal curatore della retrospettiva Donatello Fumarola, è stata l’occasione per (ri)scoprire da vicino una figura del cinema europeo che, nonostante il suo fondamentale contributo alla Settima Arte, viene spesso dimenticato dalle pagine di storia del cinema. Il regista, novantunenne, ha ricordato gli anni della sua formazione artistica e ha parlato a lungo delle sue ispirazioni teatrali e cinematografiche. “Nella mia vita mi sono sempre sentito come un attore perché ho compiuto degli atti, e sono quelli che determinano te e la tua carriera” – afferma Marc’O. Una carriera, la sua, fortemente segnata dal teatro, come ci ha tenuto a sottolineare parlando della direzione degli attori: “La recitazione dell’attore è importantissima. Per me è stato fondamentale esplorarne la psicologia e in questo sono stato influenzato molto dal teatro di Bertolt Brecht. Il teatro è una tappa necessaria per fare cinema”.

Dopo l’incontro con Marc’O, si è tenuta la seconda tavola rotonda della giornata, dal titolo “Le sale (r)esistenti”, nella quale ci si è concentrati sulle forme di distribuzione alternativa in Italia. L’incontro, moderato dal direttore artistico Pedro Armocida, ha visto la partecipazione di diverse personalità che nel nostro paese hanno creato e gestiscono sale e spazi che concedono visibilità a prodotti difficili da rintracciare nei circuiti commerciali dominanti.

La discussione animata dagli ospiti (Olmo Amato, Federico Francioni, Annamaria Licciardello, Raffaele Meale, Giacomo Ravesi, Mauro Santini, Samuele Sestieri e Gianmarco Torri) e arricchita dagli interventi degli autori della sezione Satellite, si è sviluppata cercando innanzitutto di “mappare” la realtà italiana di questi “luoghi di resistenza” (da Il Piccolo Cinema dei fratelli De Serio all’Apollo 11 di Roma, dall’Ex Asilo Filangieri di Napoli al Labus di Benevento), poi sottolineando l’importanza aggregativa di queste realtà ed infine ragionando sulle problematiche socioculturali (e industriali) che le lasciano ancora isolate.

Così, la discussione si è accesa, soprattutto nel tentativo di definire quali sono oggi i canali di fruizione ideali per quelle opere spesso escluse dai circuiti convenzionali e che vedono una sorta di opposizione tra la staticità della sala e la velocità della rete. Un confronto che speriamo possa avere eco ed essere affrontato con lo stesso fervore anche fuori e oltre la Mostra di Pesaro.