“In campo artistico non esistono le differenze di genere, mi riesce difficile pensare le cose in termini di differenze di genere umano. Forse non sarei mai riuscito a scrivere L’amica geniale, è vero, ma da lettore è un romanzo che capisco, che amo”.

Un regista uomo, Saverio Costanzo, chiamato a trasporre per immagini un’opera così fortemente centrata sullo sguardo femminile: L’amica geniale, la serie evento targata HBO-RAI Fiction e TIMVISION, prodotta da Lorenzo Mieli e Mario Gianani per Wildside e da Domenico Procacci per Fandango, in collaborazione con Rai Fiction, TIMVISION ed HBO Entertainment, in co-produzione con Umedia, arriva finalmente in tv dopo la presentazione dei primi due episodi all’ultima Mostra di Venezia: da martedì 27 novembre alle ore 21.25, su Rai Uno, RaiPlay e TimVision, in onda per quattro martedì consecutivi in prima serata (2 episodi a settimana).

Elisa del Genio, Saverio Costanzo e Ludovica Nasti

“Quando il progetto de L’amica geniale è entrato nella mia vita stavo leggendo i romanzi di Elena Ferrante. Ho dovuto mettere da parte la paura di dirigere una storia così complessa e amata dal pubblico e accettare il privilegio di entrare a far parte di questo universo così strutturato”, racconta ancora il regista, che in fase di scrittura ha lavorato alla serie insieme a Francesco Piccolo, Laura Paolucci, e la Ferrante stessa: “Con lei è stato un rapporto di stampo ottocentesco, diciamo. Abbiamo interagito a distanza, via computer, e il suo apporto è stato determinante perché lei più di noi ha coscienza del suo romanzo, dei suoi personaggi”.

Caso editoriale senza precedenti, L’amica geniale è il racconto dell’amicizia di due donne, Elena e Lila, dall’infanzia all’età adulta. Sullo sfondo, la storia e i cambiamenti dell’Italia dagli anni ’50 a oggi.

Il racconto prende il via nell’Italia di oggi con la misteriosa scomparsa di Lila, circostanza che spinge l’amica Elena a ripercorrere la storia che le ha unite fin dall’infanzia in un rione popolare di Napoli negli anni ’50.

Ad interpretare le protagoniste della serie, Elisa Del Genio (Elena bambina), Margherita Mazzucco (Elena adolescente), Ludovica Nasti (Lila bambina) e Gaia Girace (Lila adolescente): “Mi ritrovo molto nel carattere di Elena, mi piace soprattutto il fatto che può sembrare debole da fuori ma in realtà ha una forza straordinaria”, dice Elisa Del Genio, mentre Margherita Mazzucco racconta che “durante le prove e i giorni sul set ho capito quanto quel personaggio fosse simile a me”. Per Ludovica Nasti, invece, “questa esperienza mi ha dato molto, molte emozioni. E in più mi ha fatto capire che questa è la strada che voglio intraprendere”, mentre secondo Gaia Girace “Lila è un personaggio molto complesso. È stato difficile capirlo, ma grazie al lavoro con Saverio l’ho compreso e me ne sono innamorata”.

Margherita Mazzucco (Elena adolescente) e Gaia Girace (Lila adolescente)

Oltre 150 attori e 5000 comparse impiegate, un casting durato otto mesi, durante i quali sono stati provinati oltre 8000 bambini e 500 adulti provenienti da tutta la Campania, oltre all’imponente lavoro di ricostruzione del Rione, il set principale della serie: la troupe composta da circa 150 persone ha creato 20mila metri quadrati di set, costruito in oltre 100 giorni di lavorazione, con circa 1500 costumi utilizzati, tra realizzazioni originali e di repertorio, ora esposti al piano terra della sede Rai di Viale Mazzini, a Roma.

“Questa serie è un grande punto di arrivo per Rai Fiction, grazie alla qualità e al talento impiegato. Che ci ha permesso di portare questa storia nel mondo. È la prima volta che il marchio Rai si associa a un colosso come HBO, suggellando una linea di internazionalizzazione su cui la Rai ha puntato molto”, spiega Eleonora Andreatta di Rai Fiction, che aggiunge: “Tramite la storia di Lila e Lenù (Elena, ndr), la storia del loro piccolo rione, si racconta la storia del paese intero. Una storia scottante, vera, che parla di temi importanti anche per i giorni nostri, di un rione che non riesce a cogliere la luce portata da queste due bambine. Ed è una storia di emancipazione femminile, attraverso lo sguardo delle donne sul mondo, emancipazione che passa dall’istruzione, dalla cultura. Costanzo, regista che già aveva dimostrato di sapersi occupare di storie, tematiche dalla forte matrice femminile, ha saputo costruire un immaginario fortemente collegato alla realtà ma riuscendo a trovare alti livelli di astrazione. La Rai è stata entusiasta della proposta della Ferrante di avere lui come regista”.

“Ma è stato un cammino lunghissimo – racconta lo sceneggiatore Francesco Piccolo –. Cammino cominciato con un romanzo che aveva avuto un successo enorme. E che aveva quindi una sua intoccabilità. È stato un percorso affascinante ma anche complesso: la Ferrante ci ha aiutato perché pur non difendendosi ci spingeva da una parte all’altra proprio perché l’unica a conoscere nel profondo la sua opera. Siamo andati su una strada che era quella di una scrittura lunga, complessa, stratificata come se fosse quella di un film lungo”.

Ancora si può distinguere tra prodotto cinematografico e prodotto televisivo? Se sì, spiega Saverio Costanzo, la differenza sostanziale è nella fruizione: “Siamo consapevoli di andare a finire dentro un elettrodomestico, ma non solo. Le serie poi però possono essere recuperate, quello che si vede in sala è imparagonabile, ma sono le regole del gioco. Il nostro approccio non è stato quello di fare qualcosa per la televisione, semplicemente perché non ci siamo posti la questione. Sto imparando a fare una cosa, ossia fare cinema, con molta fatica, e proseguo su quella strada. Il discorso degli ascolti non ci riguarda direttamente, noi pensiamo a fare al meglio delle nostre possibilità il nostro mestiere”.

Saverio Costanzo sul set de L'amica geniale

Mestiere, quello del produttore in questo caso, che Domenico Procacci dimostra ancora una volta di conoscere molto bene: “Nel 2013 Laura Paolucci, che oltre a collaborare poi alla sceneggiatura della serie è anche a capo dello sviluppo progetti in Fandango, mi ha chiesto di leggere il libro della Ferrante. Abbiamo opzionato subito i 4 romanzi, ancora non eravamo nel pieno della ‘Ferrante Fever’. Siamo partiti con lo sviluppo del progetto, con la casa editrice (e/o, ndr) e con la Ferrante, che voleva esserci, voleva essere parte attiva, anche condividendo scelte importanti, a partire da quelle relativie a Francesco Piccolo per la scrittura e a Costanzo per la regia. L’adesione della Rai è arrivata subito ed è stata un’alleanza che ha funzionato molto bene. Insieme a Wildside poi siamo riusciti a unire le forze”.

Wildside entra in gioco due anni più tardi: “Era il 2015, sapevo che i romanzi erano opzionati da Fandango. Pur sapendo che i lavori di sviluppo erano iniziati ho chiesto a Domenico di farlo insieme – racconta Lorenzo Mieli –. Già avevo lavorato con HBO (The Young Pope, ndr), anche se qui partivamo da un progetto già fortemente strutturato e sviluppato su una durata più lunga, con ogni stagione della serie basata su ogni singolo romanzo che compone la quadrilogia della Ferrante. L’arrivo di Saverio è stato poi il collante artistico oltre a quello produttivo, ampliatosi con partner come HBO e TimVision”.

Venduta in oltre 56 paesi, L’amica geniale è già in onda negli States, dal 18 novembre, con la messa in onda dei primi due episodi, “Le bambole” e “I soldi”. In Italia basterà aspettare ancora qualche giorno.