Un film per colmare una lacuna: quella legata alla vita e all’impegno di una personalità fra le più emblematiche e autorevoli non solo della Resistenza italiana, ma anche e soprattutto della Ricostruzione del Paese all’indomani del secondo conflitto mondiale.

Gina Borellini, straordinaria figura di cittadina, partigiana, parlamentare donna (fra le pochissime elette 70 anni fa nel primo Parlamento italiano) ma anche divulgatrice e sentinella attenta e sensibile del suo e del nostro tempo: con un occhio speciale rivolto alle giovani generazioni che avrebbero ereditato il suo, il nostro Paese.

A 11 anni dalla sua scomparsa (avvenuta il 2 febbraio 2007) e nel conto alla rovescia verso una nuova legislatura che avrà il compito di sostenere il rilancio italiano, Modena BUK Festival ha presentato oggi, martedì 27 febbraio, alla Casa del Cinema di Roma il film Vorrei dire ai giovani. Gina Borellini, un’eredità di tutti, una produzione Progettarte - Modena Buk Festival 2018 e debutterà domenica 25 marzo al Teatro San Carlo di Modena (ore 16).

"Gina Borellini, donna di appassionata mitezza: proprio questo ossimoro – ha spiegato il regista Francesco Zarzana, direttore artistico di Modena BUK Festival – appartiene pienamente a una donna che sulla sua pelle, persino con la mutilazione della gamba, ha certificato l’impegno inesausto per la liberazione e la ripartenza del Paese. Per tutta la vita Gina Borellini è stata riferimento istituzionale nel segno non dell’odio e del rancore, ma del rispetto e della sensibilizzazione verso i valori della tolleranza e della armoniosa convivenza civile".

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Il documentario, diretto da Francesco Zarzana e scritto insieme a Caterina Liotti, è stato realizzato in collaborazione con il Centro Documentazione Donna, con il contributo di Bper Banca, Associazione Nazionale Mutilati e Invalidi di Guerra, UDI, ANPI e progetto “Cittadine. I segni nelle comunità e sulle città”. (CDD e Istituto Storico, patrocinio Comune di Modena, con contributo Fondazione Cassa di Risparmio di Modena).

Con la protagonista, Claudia Campagnola, hanno partecipato alla presentazione le attrici Laura Trimarchi e Paola Lavini e la musicista Laura Sirani.

Quella di Gina Borellini è una storia unica, come unica è stata la sua vita sempre al servizio degli altri. Il documentario rende così omaggio alla cittadina modenese che fu tra le prime donne ad entrare nella Camera dei Deputati nel 1948 e fra le fondatrici dell’Unione Donne Italiane.

Staffetta partigiana nella Brigata “Remo” insieme al marito, nel febbraio 1944 fu catturata e torturata, più volte portata davanti al plotone di esecuzione senza mai mostrare il minimo cedimento. Per 30 anni ha ricoperto la carica di presidente della sezione modenese dell’associazione nazionale mutilati e invalidi di guerra.

 

Claudia Campagnola si è calata nel ruolo di Gina Borellini mostrandone la sua risolutezza e la grande sensibilità. Tante nel documentario le testimonianze, di chi l’ha conosciuta, di chi è stata al suo fianco. La voce narrante è affidata all’attrice Elena Polic Greco, mentre l’attrice Laura Trimarchi appare in un cameo. Direttore della Fotografia Victorr Torrefiel Vicente.

Molti gli episodi clou della vita di Gina Borellini ripercorsi nel film: in particolare quello sugli screzi con il Governo e con il Ministro degli Interni Scelba dopo l’uccisione di sei giovani operai, avvenuta a Modena il 9 gennaio 1950 durante uno sciopero generale, in quello che fu chiamato l’eccidio delle Fonderie. E Gina non manca di far sentire la sua voce alla Camera dei Deputati, scendendo dal suo scranno con grande difficoltà, arrivando sui banchi del Governo e lanciando le foto degli operai morti contro il Presidente del Consiglio De Gasperi.