Per fortuna, c'è Milena Canonero. La costumista italiana centra agli Oscar 2015 la nona candidatura della sua fulgida carriera: di statuette ne ha messe in bacheca già due, per Barry Lyndon (1976) e Momenti di gloria (1982), con The Grand Budapest Hotel di Wes Anderson cerca la terza. Il 22 febbraio alla 87esima Notte degli Oscar potremo tifare solo lei: Il capitale umano di Paolo Virzì non era entrato nemmeno nella shortlist del miglior film straniero, l'Italia è tutta Milena.
Sul fronte del Best Foreign Language Film, in cinquina finiscono l'estone Tangerines, il polacco Ida, il mauritano Timbuktu, il russo Leviathan e l'argentino Storie pazzesche, che – a nostro avviso – ha scippato immeritatamente un posto al sole a Turist /Force majeure.
Ancora, da sottolineare il buon risultato di Turner di Mike Leigh: fotografia, scenografia, costumi e colonna sonora, peccato per regia, film e attore protagonista Timothy Spall, malamente “rimpiazzato” dal Bradley Cooper di American Sniper.
Eppure, i cugini – rispetto agli americani – d'Oltreoceano possono fregarsi le mani: 17 nominations con Turner, The Imitation Game (8) e The Theory of Everything (5).
In ambito europeo, infine, applausi per Il sale della terra di Wim Wenders nella cinquina dei documentari, dove però è clamorosa l'assenza di The Look of Silence di Joshua Oppenheimer, produzione maggioritaria danese.