"Simone Weil è una donna molto attuale: icona del pensiero libero e delle donne che non vogliono etichettature politiche". Così la regista torinese Emanuela Piovano descrive la protagonista del suo film Le stelle inquiete, nelle sale dall'11 marzo con Bolero. "Ho raccontato un episodio della vita della famosa filosofa francese. Una parte per il tutto: una sorta di metonimia piuttosto che un'agiografia", spiega la regista, che mette in scena la storia del soggiorno della filosofa nella casa di campagna di Gustave Thibon, il filosofo contadino a cui poi affiderà i suoi quaderni, pubblicati nel volume "L'ombra e la grazia".
Nell'estate del 1941, durante l'occupazione nazista, sotto il sole della campagna coltivata a vite vicino a Marsiglia, Simone (Lara Guirao), dopo aver lasciato il suo lavoro d'insegnante, volle sperimentare la catena di montaggio, vivendo un magico intermezzo nella sua tormentata vita insieme a Gustave (Fabrizio Rizzolo) e sua moglie Yvette (Isabella Tabarini).
"Mi auguro che chi vedrà questo film sia portato ad approfondire lo studio di Weil, che per me è puro spirito. Abbiamo lanciato questa pietra nell'acqua con la speranza che qualcuno la raccolga", dice l'attrice francese Lara Guirao, diretta da Tavernier in Legge 627, Laissez Passer e La piccola Lola e appena vista in L'esplosivo piano di Bazil di Jean-Pierre Jeunet.
Prodotto dalla Kitchen Film e finanziato prevalentemente dal programma Media e dal tax credit, Le stelle inquiete è stato girato con meno di un milione di euro e con il sostegno della Torino Film Commission nell'Ardèche: "Dalle mie parti, sotto il suggerimento di Steve Della Casa (Presidente della Film Commission, ndr)", dice ancora Emanuela Piovano, che conclude: "E' il primo film su Simone Weil, se si esclude Europa 51 di Rossellini, ispirato alla sua figura. L'Italia è il paese che ha più studiato il pensiero di questa filosofa, basti pensare a Gabriella Fiori e Adriano Olivetti, inoltre noi abbiamo una grande tradizione sindacalista e lei ne è un'icona".