Wang Xiaoshuai non ha dubbi: "I nostri padri hanno perso molta della loro vita, dalla gioventù alla vecchiaia. Si sono dedicati allo Stato, alla famiglia e troppo poco a se stessi". Da qui le amnesie, i fantasmi del passato, l'incomunicabilità generazionale e il fallimentare bilancio della storia che costituiscono i motivi portanti e sotterranei di Red Amnesia, unico titolo cinese in concorso e primo film di Xiaoshuai ad approdare al Lido, lui che si è sempre diviso tra Cannes, San Sebastian e Berlino.
Xiaoshuai, che insieme a Jia Zhang-Ke e ad altri fa parte della cosiddetta "sesta generazione" di filmaker cinesi, racconta la storia di Deng, vedova in pensione dal carattere caparbio che dedica le sue giornate a prendersi cura della madre anziana e dei due figli, ormai grandi, noncurante degli sforzi che tutti fanno per alleggerirla dalle fatiche quotidiane e ridurre la sua assidua e talvolta "ingombrante" presenza. Ma la routine inizia a vacillare quando Deng comincia a ricevere strane telefonate anonime, che si trasformano in vera e propria persecuzione. Nel frattempo un ragazzo con un berretto rosso inizia a seguirla ovunque.
"Ci sono più significati nel film - chiarisce Wang Xiaoshuai -. Il suo persecutore è una presenza reale e insieme uno spirito che proviene dal suo passato e non la lascia andare. Deliberatamente, non ho voluto separare la dimensione del reale da quella più fantastica e onirica, perché desideravo si compenetrassero a vicenda. Mi auspicavo che nello stesso orizzonte ci fossero queste due dimensioni perché ciò che è passato non si è completato ed è ancora operante nel presente".
Sfumato il giudizio sulla rivoluzione culturale cinese da cui nascono molti dei "fantasmi" che tormentano le vecchie generazioni: "Ho notato per esperienza familiare come gli anziani cerchino se stessi. Nell'odierna società non si ritrovano e si chiedono come sia stato possibile cambiare così. La Storia non è passata invano. La Cina è entrata nel sistema economico internazionale ormai da trent'anni. La società di oggi a livello economico sembra il massimo, ma poi vediamo quali siano gli effetti negativi sull'ambiente e sulla vita delle persone. La mia generazione è stata testimone di questi cambiamenti e si augura che il progresso cinese possa avvenire anche su un piano sociale e umano. Le persone non devono più subire ciò che hanno passato i nostri genitori".
Wang Xiaoshuai che ha dei trascorsi tormentati con il governo cinese - molti dei suoi film sono stati censurati e hanno dovuto aspettare anni prima di essere riabilitati - dichiara oggi di non coltivare particolari sogni di cambiamento politico: "Per me vivere serenamente è la cosa più importante. Non conta quale sia l'ambiente, se sia con o senza spiriti. L'importante è che l'uomo viva in sicurezza, altrimenti non sarebbe giusto. Se lo spirito ti è vicino e ti rassicura per me è un bene, se crea terrore è meglio risolvere la questione".