“Vivere liberamente, esprimersi liberamente, amare liberamente!”. Palma d'Oro del 66° Festival di Cannes a La vie d'Adele, ovvero al regista Abdellatif Kechiche (parole sue) e, eccezione della giuria di Steven Spielberg, alle sue due straordinarie attrici Adèle Exarchopoulos e Lèa Seydoux.
Grand Prix a Inside Llewyn Davis dei fratelli Joel ed Ethan Coen: i due registi sono rimasti a New York, lo ritira dalle mani di Kim Novak il protagonista Oscar Isaac.
Premio miglior regia a Heli del messicano Amat Escalante: “Non me l'aspettavo, ringrazio questa giuria coraggiosa. Cannes je t'aime!”. Premio della giuria a Like Father, Like Son del giapponese Kore-eda Hirokazu.
Migliore sceneggiatura per A Touch of Sin del cinese Jia Zhang-ke, che prende il riconoscimento dalle mani di Asia Argento.
Laetitia Casta assegna il premio per l'interpretazione maschile: cita, tra gli altri, Mastroianni, Gassman, il prescelto della giuria di Steven Spielberg è Bruce Dern per Nebraska di Alexander Payne, che ritira il premio. Orlando Bloom consegna il premio per la migliore interpretazione femminile all'emozionatissima Berenice Bejo per Le passè di Asghar Farhadi.
Camera d'or per la migliore opera prima a Ilo Ilo di Anthony Chen (Quinzaine), l'Italia spunta tra i corti: vince Safe di Byoung-Gon Moon, menzioni speciali a 37°4 S del nostro Adriano Valerio e Whale Valley di Gudmundur Arnar Gudmundsson.
Oltre alla decisione, condivisa con i membri della giuria, del palmares di Cannes 66, da parte del presidente Steven Spielberg una presa di posizione a favore del mantenimento dell'eccezione culturale.