Il primo ostacolo "formale" alla vittoria di Avatar è stato eliminato: premiare The Hurt Locker come miglior film sapendo a priori che il produttore (Nicolas Chartier) delegato a ritirare la statuetta non sarà presente (bandito dalla cerimonia dopo aver scritto un'email ai membri dell'Academy per "invitarli" a premiare il proprio film) potrebbe rappresentare già un buono spunto per spianare - ulteriormente - la strada al colosso di Cameron. Che, come accaduto per i recenti Golden Globe, potrebbe abbinare alla statuetta più prestigiosa anche quella per la miglior regia, anche qui contesa con l'ex moglie Kathryn Bigelow (favorita per i bookmakers) e con un trittico di "outsider" formato da Quentin Tarantino (Bastardi senza gloria), Jason Reitman (Tra le nuvole) e Lee Daniels (Precious). Ed è proprio intorno a questi cinque titoli - non a caso quelli con il maggior numero di nomination (9 per Avatar e The Hurt Locker, 8 per Bastardi senza gloria, 6 per Precious e Tra le nuvole) - che domenica 7 marzo girerà la ruota dei vincitori e dei vinti, regalando sorrisi e lacrime: se, come sembra, quella tra miglior film e miglior regia sarà una questione da risolvere tra ex-coniugi, la sfida per le migliori interpretazioni potrebbe regalare a Jeff Bridges (alla quinta nomination) e a Sandra Bullock (alla prima candidatura) la gioia della prima statuetta: il primo, cantautore country sul viale del tramonto in Crazy Heart (da domani in sala, con 10 copie...), la seconda capace di commuovere (a sorpresa) nel drammatico The Blind Side. Non avranno vita facile, però, perché da una parte ci sono il Mandela di Morgan Freeman (Invictus), il Single Man di Colin Firth, il "tagliatore di teste" Clooney di Tra le nuvole e l'artificiere Jeremy Renner di The Hurt Locker, dall'altra le "ennesime" Helen Mirren (The Last Station) e Meryl Streep (Julie & Julia), più i giovani talenti di Gabourey Sidibe (Precious) e Carey Mulligan (An Education). Potrebbero confermare i riconoscimenti ottenuti nei mesi scorsi, invece, il Christoph Waltz di Bastardi senza gloria (premiato a Cannes) e Mo'Nique di Precious (vincitrice del Golden Globe): tra i non protagonisti, infatti, la sfida maschile si gioca soprattutto con il maniaco omicida di Amabili resti interpretato da Stanley Tucci, mentre quella femminile con la "doppietta" Tra le nuvole rappresentata da Vera Farmiga e Anna Kendrick. Paiono più distanziate, in tal senso, la Maggie Gyllenhaal di Crazy Heart e la Penélope Cruz di Nine, così come il Matt Damon di Invictus, il Christopher Plummer di The Last Station e il Woody Harrelson di The Messenger.
Sul fronte animazione, neanche a dirlo, Up di Pete Docter e Bob Peterson - presente anche nella decina dei migliori film in generale - non dovrebbe avere difficoltà a sbarazzarsi della concorrenza, magari concedendosi anche il lusso di strappare la statuetta per la miglior sceneggiatura originale e la colonna sonora (già premiata con un Golden Globe), mentre per quello che riguarda il miglior film straniero il vincitore potrebbe venir fuori dal duello europeo fra Il nastro bianco di Michael Haneke (premiato col Golden Globe e candidato anche per la miglior fotografia) e Il profeta di Jacques Audiard, fresco di 9 César.