La Berlinale è un festival con cui è difficile fare i conti. Soprattutto per le vittorie annunciate o le prognosi accreditate. L'Orso D'Oro ha le sue peculiarità, nella forza e nelle debolezze. In concorso a Berlino non c'è mai il jolly, il film che spazza ogni dubbio. Certo, è la prima volta che contemporaneamente quattro pellicole rappresentano la Germania. E un fim tedesco ha sicuramente ottime chance di vincere: Kreuzweg, la Via Crucis della giovane Maria (la bravissima Lea van Acken) raccontata dal bavarese Dietrich Brüggemann. Kreuzweg è un ottimo film tedesco. Duro, va a fondo, ma senza scivolare nella didascalia. Un film senza indugi negli ornamenti e compatto. Un film di protestante serietà.
Dall'altra parte c'è il suo opposto, la sensazione di Richard Linklater Boyhood. Ecco cinque ragioni perché Boyhood domani ha le migliori chance di vincere l'Orso. 1. È un ritratto familiare che tocca il cuore, ma con precisione. Sentimentale? Un po'. Ma, e questo è il suo merito, la storia della famiglia che si dissolve per poi ritrovarsi con una forma nuova Linklater la racconta in forma di uno studio intelligente. Questo sì, un approccio che piace a Berlino. 2. Richard Linklater è un regista importante che qui però si è superato. Boyhood lo ha cominciato a girare nel 2002. 39 giorni di riprese in 12 anni. 39 giorni per affrontare compiutamente i temi dell'infanzia/adolescenza/matrimonio/separazione/paura del futuro. 3. Gli attori fanno sognare. Ellar Coltrane - il protagonista bambino – inizia a recitare a sette anni ed è cresciuto davanti alla camera. Una responsabilità non da poco. La sorella è la figlia di Linklater, Lorelei: talento familiare confermato. Ma qui è cresciuto anche il padre Ethan Hawke, il ruolo migliore della sua carriera. Lo stesso vale per Patricia Arquette. 4. È l'unico film tra i 17 del concorso ad aver unito la critica in modo univoco. In sala è stata un'ovazione. Due critici nordamericani influenti hanno twittato: "un regalo“ e "non tornerò più a Berlino se Boyhood non vince l'Orso D'Oro". 5. Anche se la premiere del film è stata qui a Berlino, Boyhood al Sundance Festival era già stato mostrato il 19 gennaio. La critica americana lo ha portato in trionfo: "Epos della normalità“.
Ma, come spesso accade, la Berlinale potrebbe riservare sorprese. Che quest'anno potrebbe chiamarsi Black Coal, Thin Ice, il bellissimo noir cinese in concorso. Nel film rivive lo spirito di Raymond Chandler e James M. Cain. Un thriller che, come tutti i migliori noir, non ha eroi né cattivi, ma solo vari gradi di compromesso. Un ibrido perfetto e originale tra genere e art film. Il regista Diao Yinan merita un riconoscimento.