In una terra di nessuno, a 40 metri sotto il livello del mare, in una base militare dismessa a 250 km a Sud Est di Los Angeles, in un vasto deserto, vive un gruppo di persone ai confini del mondo, senza elettricità, senza acqua, senza polizia, senza governo. Sembrano degli homeless, ma non hanno nulla a che vedere con i "barboni". Non hanno rifiutato la società, le convenzioni, la "normalità", ma ciascuno di loro, per circostanze diverse, si è trovato "fuori". Sono la nuova povertà. E' Below Sea Level, lavoro di Gianfranco Rosi che sarà presentato nelle sezione Orizzonti al Festival di Venezia.
"Questo film copre quattro anni della vita di queste persone - dice il regista - e le loro vite compongono la sceneggiatura di questo film. Ho vissuto accanto a loro in questo arco di tempo entrando simbioticamente nella loro esistenza, cercando di diventare "invisibile". Per questo il film non può essere definito un documentario, perché i protagonisti mettono in scena se stessi, la propria vita, 'recitando' la loro realtà. In questo vasto deserto si depositano e conservano tutti i detriti - fisici e mentali - dei nostri tempi, mantenuti intatti dall'aria arida del deserto. Chi arriva in questo non luogo, viene cancellato dalla società, come un rifiuto non smaltibile. Chi arriva qui, sotto il livello del mare, ha toccato il fondo del proprio dolore e oltre non può più sprofondare. Eppure solo qui sembra affiorare il futuro di ognuno di loro. Un paesaggio apocalittico, ma anche la propria casa."