Per ottant'anni non abbiamo visto il vero Metropolis: poi il ritrovamento, nel 2008, in Argentina, di 25 minuti perduti dal 1927. Ora Metropolis, la “cattedrale della modernità cinematografica” (come l'ha definita Luis Buñuel) costruita dal genio di Fritz Lang, torna alla sua bellezza primigenia, grazie al restauro della versione più completa esistente, realizzato da Friedrich-Wilhelm-Murnau-Stiftung e Deutsche Kinemathek, con la colonna sonora originale di Gottfried Huppertz, ricostruita ed eseguita da Frank Strobel, alla guida della Rundfunk-Sinfonieorchester Berlin. Ed è proprio questo nuovo restauro che ora la Cineteca di Bologna, con il suo progetto di distribuzione dei classici restaurati Il Cinema Ritrovato. Al cinema, porta da lunedì 16 marzo in 70 sale italiane e parallelamente nelle librerie, con la pubblicazione di un cofanetto che contiene il DVD con la versione restaurata di Metropolis e un booklet di approfondimento.  Potenza visionaria capace di costruire un mondo disumanizzato, schiavo della sua stessa deriva tecnologica: la città è una Torre di Babele che punta vertiginosamente al cielo sotto la quale si consuma la lotta di classe tra padroni e lavoratori; la fabbrica è un Moloch divoratore di uomini; la messianica Maria cela invece, dietro alle sue stesse sembianze, il diabolico inganno del suo doppio automatizzato, che scatenerà la rivolta incontrollata. Alla sua uscita, nella primavera del 1927, Metropolis aggredisce e sconcerta il pubblico dell'epoca. Si trasformerà in un film d'impatto inesauribile sull'intera storia del cinema, capostipite della fantascienza, capace di nutrire ogni nuova visione, fino a Brazil, a Blade Runner, ad Avatar.  Un film avvolto in un immaginario leggendario, figlio di un maestro dell'espressionismo tedesco come Fritz Lang e della scrittrice Thea von Harbou, all'epoca moglie del regista: due anni di lavoro (1925-1926), una produzione faraonica e spese incontrollate, fino alla prima del 10 gennaio 1927. Da quel momento, Metropolis non è più stato il film che Fritz Lang aveva realizzato. Storpiato e massacrato dalle uscite nelle sale cinematografiche, il Metropolis che ha circolato per i decenni a venire, pur mantenendo “la sua forza emotiva, la sua inedita e sorprendente bellezza” (è sempre Luis Buñuel a parlare), ha fatto emergere elementi inconcludenti, nell'intreccio di una vicenda narrativa assai complessa. Come scrive il critico Balthasar (Roland Schacht), che, sul finire del 1927, si trova di fronte a due film differenti: “Questo Metropolis non ha nulla a che vedere, neppure lontanamente, con il film che abbiamo visto meno di un anno fa”.  Fantasia distopica su un mondo verticalmente diviso, sopra, l'avveniristica città dell'intelletto e del potere, e sotto, il sottosuolo della forza lavoro, Metropolis è un capolavoro laddove trascende il proprio mai risolto messaggio sociale (rivoluzione o conciliazione?): nella prodigiosa intuizione con cui osserva una città vera, New York, e la ricostruisce come grandiosa icona d'ogni futuro oltreumano. Straordinari effetti speciali, movimenti di masse in rivolta, 300 giorni di riprese, 36.000 comparse, 500 grattacieli di 70 piani, e al centro di tutto l'ambigua Maria, vergine e androide.  Il Cinema Ritrovato. Al Cinema Classici restaurati in prima visione Dal 16 marzo nelle sale italiane e in DVD nelle librerie METROPOLIS (Germania/1927) di Fritz Lang (150') Restauro della versione più completa esistente realizzato da Friedrich-Wilhelm-Murnau-Stiftung e Deutsche Kinemathek Colonna sonora originale di Gottfried Huppertz ricostruita ed eseguita dalla Rundfunk-Sinfonieorchester Berlin diretta da Frank Strobel