Calo del pubblico in sala, nuove modalità di fruizione dello spettacolo filmico, interazione creativa tra spettatore e prodotto audiovisivo: ne parleranno stasera ad Hollywood Party (Radio 3, ore 19, conduce Enrico Magrelli) Paolo Peverini ed Emiliana De Blasio, curatori di un volume di recente pubblicazione, Open Cinema. Scenari di visione cinematografica negli anni ‘10, primo tentativo in Italia di descrivere un territorio ampio e complesso che va dalle strategie dell'industria cinematografica alle nuove forme di cinema cooperativo, dalle tante forme di riscrittura presenti nel web alle sperimentazioni più avanzate che talvolta penetrano nel cinema mainstream, modificandone la storia e gli stili di fruizione. Una ricerca realizzata dal Centre for Media and Communication Studies “Massimo Baldini” - LUISS “Guido Carli” in collaborazione con la Fondazione Ente dello Spettacolo (anche editrice dell'opera).
"Open è un'etichetta che vuol dire tante cose. - ha dichiarato Peverini, docente LUISS di "Semiotica dei media" - Il cinema è "aperto" perché ha allargato gli ambiti della produzione e della fruizione; è aperto perché collaborativo, con il regista nel ruolo di un capo-progetto incaricato di coordinare il lavoro di diversi professionisti chiamati a sviluppare le parti del film autonomamente. E' aperto, infine, perchè di rottura rispetto alle vecchie strategie di marketing: oggi la promozione non può non passare dalla rete e dai social network, Cloverfield insegna".
La ricerca aveva già avuto una presentazione ufficiale a Venezia, durante la Mostra, suscitando notevole interesse e dibattito.