Non è tutto oro quel che luccica. Anche la Spagna di Zapatero, spesso presentata come un paradiso di diritti civili e di cultura, ha i suoi seri problemi. Lo scopriamo nella seconda giornata della Mostra del Cinema Europeo EuropaCinema di Viareggio, in programma fino al prossimo 6 maggio. A fornire questo sguardo inedito sono un grande maestro e un esordiente molto promettente. Comincia Basilio Martin Patino, autore di una lunga lezione di cinema e premiato con il Fellini 8 ½ Award for Cinematic Excellence. "Per noi, Saura, Berlanga e gli altri - ricorda tornando ai tempi della dittatura - il cinema era un gioco in cui Franco e i suoi erano le guardie e noi i ladri. Un gioco pesante, che io stesso ho pagato con carcere e censura". La situazione di oggi è completamente diversa, ma le sue critiche non risparmiano l'attuale sistema distributivo: "Un esercente una volta accettò di sospendere la proiezione di 8 e 1/2 di Fellini per programmare un mio film. L'ha tenuto una settimana e poi basta. Da allora non lo ha rimesso più su. Un embargo che dura anche oggi: ho un film pronto, che non riesce ad arrivare in sala, perché ci resterebba al massimo un weekend o poco più". A fare eco al maestro spagnolo è l'esordiente Rodrigo Cortez. Applauditissimo per il suo Concursante, feroce e geniale atto d'accusa all'economia globalizzata, il regista è in pole position per la vittoria finale che lo proietta in pole position per la vittoria: "Ho fatto 4000 euro di media in una catena di sale di qualità. Buon risultato, ma dopo sette giorni hanno smontato: stava arrivando un incasso sicuro. Il film è piaciuto a critica e pubblico ma è stato su solo 3 settimane". Incredulità nel pubblico di appassionati e addetti ai lavori: la cultura in Spagna non è protetta? Caustico Cortez: "Devo ancora trovare un solo governo, anzi un solo partito, che abbia realmente a cuore lo sviluppo del cinema e della cultura. Non sono affatto ottimista". Qualche spiraglio in più lo concede Patino, innovativo e reattivo nonostante la non più giovane età: "Niente sala? Allora vado su internet. Tanto il 90% dei film nei cinema è americano. Dovrebbero farlo anche i giovani: l'importante è farsi vedere. Quella commerciale è una censura molto simile a quella politica che subivo io. Anzi, forse è peggiore".