"Perché ucciderci senza parlarci? A qualunque religione apparteniamo, siamo tutti figli di Dio". Omar Sharif risponde alle minacce ricevute negli scorsi giorni dagli estremisti islamici per il suo ruolo televisivo di San Paolo, lanciando un messaggio di pace. Occasione emblematica del suo intervento è il Saturno Film Festival, manifestazione itinerante fra la cittadina di Alatri e la storica sede papale di Anagni, che ha dedicato la sua prima edizione ai temi della Shoah e del rapporto fra Occidente e Islam. "Alla base della pace ci sono comprensione e dialogo - dice il 73enne attore egiziano -. Finché però il mondo industrializzato avrà la pancia piena e il sud del pianeta soffrirà la fame, sarà impossibile parlare la stessa lingua". Il festival, diretto da Ernesto G.Laura e interamente dedicato al rapporto fra cinema e storia, assegnerà questa sera a Sharif il Premio Saturno, per aver espresso nella sua carriera un "universale desiderio di pace, dialogo e amore": "Mi piace considerarlo un riconoscimento all'impegno di tutta una vita - commenta -. Un segnale del fatto che sto invecchiando bene e che oggi sono meglio di un tempo". Alla manifestazione Sharif ha inoltre accompagnato l'anteprima di Fuoco su di me, il nuovo film di Lamberto Lambertini in uscita a febbraio, in cui interpreta un saggio aristocratico nella Napoli del 1815. 
Protagonista della storia, ambientata negli ultimi mesi del regno di Gioacchino Murat, è un giovane che, disilluso dal fallimento della rivoluzione napoletana del 1799, torna nella città natale dopo anni di assenza, per ritrovare l'amato nonno. "Nonostante la vicenda si svolga ormai quasi due secoli fa  - spiega Sharif - si tratta di un film per molti versi profondamente attuale. Il tormento esistenziale del protagonista, indeciso sul senso da dare alla propria vita, è lo stesso che attanaglia i giovani d'oggi. Il culto dell'immagine è un richiamo fuorviante, che rischia di far perdere di vista i veri motivi per cui combattere".  Sullo schermo già interprete di film storici come Lawrence d'Arabia, Che! e il più recente San Paolo televisivo, Sharif dice di aver appreso molto dalla partecipazione a Fuoco su di me: "Conoscevo già la storia di Murat, ma grazie a questo film ho capito la profondità del suo legame con Napoli e i napoletani. Un amore più forte di qualsiasi lealtà militare, che lo ha portato addirittura a tradire Napoleone". Al suo fianco, nel ruolo del protagonista, c'è il giovane Massimiliano Varrese, noto al pubblico televisivo per il successo di Grandi domani. "Un ragazzo straordinario", lo definisce Sharif, che al termine delle riprese lo ha sorpreso, accompagnando una "lettera commovente" con una chiavetta d'oro, benaugurale per il ruolo di San Pietro che si apprestava a girare.
Ormai quasi cento film alle spalle, Sharif presterà nei prossimi mesi la voce al leone del film Disney Le cronache di Narnia. Tra marzo e giugno, lo attendono poi le riprese di una serie televisiva per la tv egiziana che, basata su un soggetto da lui stesso scritto, andrà in onda durante il Ramadan. "Ho deciso che d'ora in poi mi dedicherò soltanto a film che trasmettano messaggi di pace e di tolleranza - spiega -. Parlando di crociate e di scontro di civiltà, Bush è purtroppo riuscito ad elevare i cristiani a principale nemico dei mussulmani. Il cinema non può sostituirsi alla politica, ma se con ogni mia storia riuscissi a far pensare anche soltanto una decina di persone, mi riterrei già soddisfatto". Più efficace, conclude polemico l'attore, potrebbe essere la televisione: "Un mezzo in grado di cambiare il mondo - dice -, ma che è purtroppo schiavo delle logiche commerciali. La sua penetrazione è universale, e se soltanto si agisse di concerto, sarebbe un potentissimo strumento per diffondere sani messaggi di pace e di tolleranza".