A quasi due mesi dalla morte del noto attore Gabriele Ferzetti, scomparso il 2 dicembre a Roma all’età di 90 anni, la Cineteca Nazionale - Centro Sperimentale di Cinematografia lo ricorda con una rassegna di film al Cinema Trevi, da giovedì 18 a domenica 20 febbraio 2016.

A inaugurare domani il ciclo di proiezioni sarà la presentazione, sempre al Trevi, alle ore 20.45, del libro Gabriele Ferzetti (Tabula Fati Editore, 2016) del critico cinematografico Massimo Giraldi, Segretario della Commissione Nazionale Valutazione Film della CEI - Fondazione Ente dello Spettacolo. Insieme a Giraldi saranno presenti per l’occasione Claudia Verdini, vedova dell’attore, i registi Enrico Vanzina e Vittorio Sindoni, il critico de “Il Messaggero” Fabio Ferzetti, nipote dell’attore, la giornalista Paola Casella e Alfredo Baldi che modererà l’incontro.

«È un’occasione preziosa» – dichiara l’autore del libro – «la rassegna proposta dalla Cineteca Nazionale e la tavola rotonda su Ferzetti, per ricordare la carriera del celebre attore romano, che a partire dal secondo dopoguerra ha lavorato con tutti i più grandi registi del cinema italiano, come Antonioni, Petri, Pietrangeli, Bolognini, Leone e molti altri ancora». Gabriele Ferzetti ha avuto una carriera cinematografica da autentico protagonista, una testimonianza professionale di intatto valore, confermata dagli oltre 130 film interpretati fino al 2010 e arricchita da infinite, preziose stagioni teatrali, da una assidua quanto originale presenza televisiva.

Tra le opere in programma al Cinema Trevi troviamo: La provinciale di Mario Soldati, Il portiere di notte di Liliana Cavani, La lunga notte del ’43 di Florestano Vancini, C’era una volta il West di Sergio Leone, fino all’ultimo Diciotto anni dopo di Edoardo Leo. «È curioso» – dichiara sempre Giraldi – «che l’ultimo titolo che Ferzetti ha interpretato è stato Diciotto anni dopo nel 2010, che è anche il primo film da regista dell’attore Edoardo Leo. Forse un passaggio di consegne con un esponente della nuova leva di registi italiani, che a Gabriele non sarebbe dispiaciuto».