L'Olocausto raccontato dai sopravvissuti italiani nel campo di sterminio di Auschwitz. E' Volevo solo vivere, il commovente documentario diretto da Mimmo Calopresti e realizzato, in collaborazione con il Comune di Roma, per la Shoah Foundation di Steven Spielberg. Nove cittadini italiani scampati alla deportazione parlano della loro esperienza, dal momento dell'emanazione delle leggi razziali in Italia (non a caso il filmato si apre con il discorso di Mussolini a Trieste il 18 settembre del 1938) all'arrivo nel lager tedesco, la separazione dalle proprie famiglie, il calvario della prigionia e infine la liberazione con l'arrivo degli alleati. Ad accompagnare le loro parole immagini e agghiaccianti filmati di repertorio. "E' stata un'esperienza importante che mi ha profondamente cambiato, ma la parte più difficile è stata quella di ascoltare per due anni i racconti terribili dei sopravvissuti. Dovevo cominciare a credere a qualcosa di incredibile e ho capito una cosa, che crediamo di saperne molto di questa storia e in realtà non conosciamo che una minima parte della realtà" ha detto Calopresti, che questa mattina a Roma ha presentato alla stampa Volevo solo vivere.  Presente all'incontro anche il sindaco di Roma Walter Veltroni. "Questo documentario ha un valore importante perché i racconti che fanno molti dei testimoni oculari di questa tragedia non sono mai gli stessi. Ogni volta si arricchiscono di particolari inediti e regalano emozioni sempre nuove". Prodotto dallo stesso regista insieme a Rai Cinema e alla televisione svizzera, Volevo solo vivere uscirà nelle sale italiane il 27 gennaio in concomitanza con le celebrazioni per la Giornata della Memoria, e per l'occasione sarà anche mostrato nelle scuole e preceduto da un'anteprima all'Auditorium Parco della Musica il 26 gennaio. "C'è una memoria del presente che deve essere trasferita ai giovani - continua Veltroni - anche perché non è da molto tempo che si è ricominciato a parlare di Shoah. Prima che le vittime dell'Olocausto si decidessero a raccontare la loro storia c'è stato un silenzio lungo trent'anni". All'epoca erano in pochi a credere che fosse potuto succedere davvero, "io ci ho provato ma mi hanno preso per pazzo e c'è ancora chi crede che siano tutte frottole" racconta Shlomo Venezia deportato ad Auschwitz-Birkenau nel 1944 e addetto per lungo tempo ai forni crematori. Ci è tornato per la prima volta dopo 47 anni per accompagnare un gruppo di studenti, "da allora ci sono stato altre 37 volte" continua Venezia, ma come spiega nel filmato un altro dei nove testimoni intervistati, "noi ce ne siamo andati da Auschwitz, ma il nostro cuore è rimasto là". Il racconto della Shoah "è un racconto di morte - aggiunge Calopresti - e non sono tanto sicuro che un evento simile possa non ripetersi. La politica è troppo debole di fronte a quello che succede intorno a noi per questo è importante continuare a parlarne, perché noi per primi dobbiamo diventare più forti". Un unico rammarico, la difficoltà di trovare sale nel Trivenento disposte a proiettare Volevo solo vivere. "Confidiamo nella lungimiranza degli esercenti" ha concluso Giancalrlo Leone, amministratore delegato di Rai Cinema.