Ecco i film che la redazione di Cinematografo ha selezionato tra quelli programmati in chiaro per sabato 20 giugno.

 

IL GIOVANE KARL MARX – Rai Movie (canale 24), ore 21:10

“Diretto dall’haitiano Raoul Peck che, pure, ha la buona intuizione di concentrare la propria attenzione sugli anni parigini dell’autore del Capitale, narrando l’incontro con Friedrich Engels agli albori del movimento operaio e la conseguente definizione di un sistema di pensiero che ha segnato in maniera decisiva la storia moderna. Ricostruzione storica efficace – splendidi il comparto scenografico e la fotografia desaturata, – e buon mestiere per una biografia cinematografica che scampa, per una volta, alla terribile moda dell’attualizzazione ad ogni costo. August Diehl, chiamato a interpretare l’autore del Capitale, è spesso sopra le righe ma la sua è un’interpretazione intesa, ricca di sfumature.” (Gianfrancesco Iacono)

 

BUON NATALE... BUON ANNO - Rai Storia (canale 54), ore 21:10

Da 5 anni due anziani coniugi romani, il barbiere in pensione Gino e la casalinga Elvira, non riuscendo più a pagare l'affitto a causa di ristrettezze economiche, sono andati a vivere nelle case delle due figlie, Giannina e Patrizia, sposate con Pietro e Giorgio, che, però, per mancanza di spazio, hanno potuto accogliere solo uno dei genitori. Dapprincipio Gino ed Elvira hanno accettato con rassegnazione la separazione. Ma un giorno Gino si accorge che è geloso di sua moglie, che non può vivere senza di lei, e che la rivuole accanto.  "Si tratta di un film di buon gusto, dignitoso e piacevole, anche se un po' epidermico, che ha il coraggio di rilanciare il matrimonio, dicendo che si può essere felici e pieni d'amore anche quando si è anziani. (Segnalazioni Cinematografiche, vol. 107, 1989).

 

THE QUEEN - LA REGINA - La7, ore 21:15

"Emergono due ritratti antitetici ma esemplari per i nostri "tempi moderni": quelli di Elisabetta e Tony Blair, la Sovrana e il Primo Ministro, costretti, per un mai chiarito incidente di macchina, a prendere diverse posizioni, a porsi dei dubbi, a soffrire, a ritagliarsi un ruolo forse non voluto, forse temuto. Ruolo che, quando pubblico come il loro, può riservarci, più tardi, anche amare sorprese. Insomma, Frears concretizza e storicizza quelle "private fears in public places" che sempre alla Mostra di Venezia hanno animato il bel film del collega Resnais, Cuori. Ambientazione scrupolosa, dialoghi sicuri per un montaggio da manuale, caratterizzazioni eccelse sulle quali svetta Helen Mirren nel ruolo della Regina: impressionante somiglianza, recitazione impareggiabile, capace anche, in frangenti così delicati e intimi, di far trapelare una splendida, molto britannica ironia. Una grande, indimenticabile lezione di cinema, premiata con la Coppa Volpi per la migliore interpretazione femminile a Helen Mirren." (Luca Pellegrini)

 

MISERY NON DEVE MORIRE - Tv8, ore 23:30

Autore di una serie di romanzi di grande successo, Paul Sheldon ha finito l'ultimo dopo essersi ritirato in solitudine in uno chalet di montagna. Stanco della sua onnipresente eroina - che ha chiamata Misery - nel nuovo testo la uccide. Nel tornare a casa a New York, sotto una nevicata in zona montana, Sheldon va fuori strada con l'automobile che si capovolge e, persi i sensi, si ritrova al risveglio in una villetta sconosciuta: è quella di Annie Wilkes, matura e grassa infermiera quarantenne, che vive sola, lo assiste e cura con straordinaria dedizione. L'uomo è gravemente ferito, ha dolori atroci ed è immobilizzato. Lei è lusingata e felice di ospitarlo, poiché da sempre è una sua fanatica ammiratrice, possiede tutti i best-seller di Sheldon e Misery rappresenta per lei la donna ideale. Annie ottiene il privilegio di leggere il dattiloscritto di Paul, ma questo scatena nella donna un rifiuto ed una rivolta incredibile: per lei è impensabile ed impossibile che la "sua" eroina muoia. E pertanto, il romanzo è da rifare. Dal romanzo di Stephen King, un thriller implacabile e travolgente. Oscar a Kathy Bates.

 

IL CAPITALE UMANO - Rai Movie (canale 24), ore 1:25

"Paolo Virzì rilegge liberamente (senza tradirne comunque il senso) Il capitale umano di Stephen Amidon e – insieme agli sceneggiatori Francesco Bruni e Francesco Piccolo – scrive una nuova pagina della sua già variegata filmografia. Anche se, forse per la prima volta, la commistione tra commedia e dramma che da sempre ha caratterizzato le sue opere si dilata ampiamente a favore del secondo: è un ritratto amaro, inquietante, quello che il regista livornese porta sulla scena, dividendo in capitoli il punto di vista dei personaggi chiave. [...] Potrà sembrare freddo, come lo è l'ambiente che descrive, ma Il capitale umano si insinua sottopelle, lavora sul vivo, accresce quel senso di sgomento e angoscia che, da qualche tempo, condiziona lo stato d'animo di un intero paese. Impantanato in un presente irrimediabilmente compromesso dai padri, e che affida la speranza per il futuro alla forza delle nuove generazioni. Ma a quale prezzo?" (Valerio Sammarco)