Ecco i film che la redazione di Cinematografo ha selezionato tra quelli programmati in chiaro per sabato 4 luglio.

 

ANIMA PERSA - Rai 3, ore 12:15

Ogni film ritenuto minore di Dino Risi è quasi sempre un capolavoro. In questo caso le incomprensioni dell'epoca nascono dalla sua sfuggente classificazione. Molti l’hanno accreditato come un thriller, ma lo è fino ad un certo punto. Il titolo lo dice: è un film di fantasmi. La stessa Venezia è spettrale, immateriale, cupissima. Del thriller segue disordinatamente i canoni, ma ne conserva l’essenza profonda e arcana. C’è un ragazzo che viene ospitato da dei lontani zii in quel di Venezia per studiare da pittore. Ad un certo punto scopre che in soffitta vi si nasconde un uomo, il fratello dello zio. Dunque comincia a scavare nel passato dei due oscuri parenti e l’epilogo si rivela sconvolgente. È il film più stupefacente di Risi. Dopo Profumo di donna tornano un romanzo di Giovanni Arpino e un mastodontico Vittorio Gassman. La moglie, nervosa e imprevedibile, è la strepitosa Catherine Deneuve. Impressionante il finale. Di gran lunga uno dei film più folli ed assurdi del cinema italiano. (Lorenzo Ciofani)

 

LA TERRAZZA - Rai 3, ore 16:25

"Come si era felici quando eravate tutti imbecilli" si lamenta spesso il cinico senatore comunista Vittorio Gassman (un po' Berlinguer e un po' Trombadori), una delle tante anime infelici della terrazza romana frequentata dalla borghesia radical chic della Capitale. E forse è proprio questa la frase a riassumere il più ambizioso film di Ettore Scola, un fluviale (due ore e mezza) ed impietoso affresco nostrano scritto assieme ai fidi Age e Scarpelli: caleidoscopio avvincente e coinvolgente (almeno per chi la pensa in un certo modo), questo grande film corale di transizione (mai come qui si respira il momento di passaggio dai traumatici anni settanta ai vuoti ed edonisti anni ottanta) fu all'epoca trattato con qualche sufficienza di troppo. Partendo dal caos, ossia dalle periodiche cene in piedi organizzate alla terrazza (sequenza che si ripete ciclicamente, quasi a voler affermare la certezza di quella terrazza e il fil rouge per raccontare la varie vicende), dominate dalle chiacchiere senza senso, dalle battute ribadite ogni volta, dai pettegolezzi d’alto bordo, si costruisce un accurato ritratto sullo stato delle cose e delle persone della sinistra italiana di lotta (poca) e di salotto (molto). (Lorenzo Ciofani)

 

PHILADELPHIA - La 7, ore 21:15

Andrew Beckett, giovane avvocato, è stato licenziato dallo studio legale presso cui lavora. I suoi colleghi sostengono che non era competente; Andrew afferma di essere stato licenziato perché malato di AIDS. Deciso a difendere la propria reputazione, Andrew assume Joe Miller, un avvocato, perché lo rappresenti nella causa per licenziamento illecito. I due sono divisi da differenze sociali e culturali e Joe è riluttante ad accettare il caso. E non è l'unico: nove legali hanno rifiutato di rappresentare Andrew che è impegnato a difendere la sua reputazione e la sua vita. Joe deve affrontare un genere di lotta diverso, confrontandosi con le proprie paure e i propri pregiudizi sull'omosessualità. Oscar a Tom Hanks come miglior attore e a Bruce Springsteen per la canzone originale in un film che ha fatto epoca, diretto dal grande Jonathan Demme.

 

QUATTRO MATRIMONI E UN FUNERALE - Tv 8, ore 21:30

Paradigma della commedia britannica contemporanea, compendio di cinquant’anni di umorismo anglosassone da esportazione e al contempo fonte inesauribile (leggi: copiatissima) sia nel vecchio continente che oltreoceano, nonché spartiacque nella tradizione del genere, fu non soltanto un imprevedibile successo planetario molto premiato e un trampolino di lancio per i suoi interpreti, ma soprattutto un film classico ed insieme moderno, vivacissimo, grazie alla sceneggiatura di Richard Curtis , ma anche romantico (fece di Hugh Grant il divo più elegante e scapigliato degli anni Novanta e rafforzò lo statuto divistico di Andie MacDowell), organizzato in una struttura narrativa dinamica nella sua meccanica perfezione (coro di personaggi che ricorre nelle cinque celebrazioni messe in scena). A Mike Newell il merito di aver tradotto uno script incardinato sulla pigrizia irrequieta della generazione di Curtis, dolcemente immolata alla sovversione delle ritualità borghesi per cui gli inglesi vanno matti. (Lorenzo Ciofani)

 

MEDUSE - Rai Movie (canale 24), ore 3:40

"Se Babel fosse Tel Aviv. Etgar Keret e Shira Geffen, Camera d'Or all'ultimo Festival di Cannes, ci regalano con Meduse lo spaccato di un Israele diverso. Senza violenza, ideologie e sospetti ma con un mare conciliante, sfondo di dolci storie di solitudini. Due giovani sposi e una bella scrittrice triste. Una cameriera dagli affetti bizzarri alla ricerca perenne di una bimba e una fotografa "schiava" di immagini che non interessano nessuno. Una domestica immigrata dalle Filippine e un'anziana malsopportata. Una splendida Vie en rose cantata in ebraico da Corinne Allal. Un gioiello di regia, sceneggiatura e recitazione. Un film bello, atipico e diverso, come le sue attrici." (Boris Sollazzo)