Ecco i film che la redazione di Cinematografo ha selezionato tra quelli programmati in chiaro per giovedì 21 maggio.

 

SOURCE CODE - Rai Movie (canale 24), ore 21:10

"Il Source Code, programma militare segreto e sperimentale che dà il titolo all'opera seconda di Duncan Jones (Moon), 'non è un viaggio nel tempo, piuttosto un qualcosa che agisce sulla riassegnazione del tempo': ed è insistendo su questo aspetto - portando a livelli quasi nauseanti la coazione a ripetere di un passato “immodificabile”, seppur “indagabile” - che tanto lo script di Ben Ripley quanto la regia di Jones agiscono per andare in cerca dell'estrema empatia tra lo spettatore e il povero soldato, chiamato a rivivere in modo estenuante gli ultimi 8 minuti di vita di uno sventurato passeggero e a confrontarsi ripetutamente con la morte, rivivendo in questo modo - seppur diversamente - anche la propria. [...] rimane comunque lampante il talento di Jones, bravo a confezionare un prodotto destinato più del precedente ad un largo consumo e che, a modo suo, ragiona ancora sul trauma post 11/9." (Valerio Sammarco)

 

TORNERANNO I PRATI - Tv 2000 (canale 28), ore 21:10

"Fa male, fa tanto male 'il grande tradimento compiuto nei confronti di milioni di giovani e civili morti in quella guerra senza che sapessero perché'. Che fare? Un film, partito su commissione, ma cresciuto con quell'amore per il cinema , per l'uomo e per gli ultimi tra gli uomini che da sempre sono il marchio di fabbrica di Ermanno Olmi. torneranno i prati, dunque, e Olmi cita Camus, 'se vuoi che un pensiero cambi il mondo, prima devi cambiare te stesso', per illuminare la cifra poetico-ideologica di un film che è qualcosa di nuovo sul fronte nord-orientale: siamo all'alba di Caporetto, nel 1917, e un avamposto italiano ha l'ordine di trovare un altro posizionamento per spiare la trincea avversa. Non è un ordine, quello che arriva dagli alti comandi per mano del maggiore Claudio Santamaria, ma un diktat per il massacro. torneranno i prati non elude quel massacro, ma fa di più, altro e meglio: dice la verità umana della guerra, mette in bocca ai soldati abbandonati al freddo e febbricitanti in prima linea l'indicibile, ovvero quello che l'amor patrio avrebbe dovuto scongiurare, cancellare." (Federico Pontiggia)

 

RUSH - Rai 3, ore 21:20

"Quando Ron Howard incontra Peter Morgan: dopo Frost/Nixon il regista americano ritrova lo sceneggiatore inglese e, ancora una volta, realizza un film sorprendente. Di nuovo incentrato sul dualismo tra due personalità forti, non più "confinate" in uno studio televisivo ma incastrate in due monoposto (Ferrari e McLaren) lanciate a velocità folli, Rush ricostruisce perfettamente lo spirito di un'epoca irripetibile, attraverso un accuratissimo lavoro scenografico e grazie alla straordinaria prova dei due interpreti principali: Daniel Brühl è commovente nei panni di Lauda, anche in virtù di un ottimo lavoro sull'accento (chissà se il doppiaggio gli potrà rendere onore...), riuscendo nella non facile impresa di suggerire margini di umanità ad un personaggio non propriamente "simpatico", Chris Hemsworth è esplosivo e mai controllato, irresistibile nel riportare in vita le contraddizioni di un uomo-copertina benvoluto da tutti e circondato da numerose persone, ma profondamente solo." (Valerio Sammarco)

 

IL CONFORMISTA - Cielo (canale 26), ore 2:45

"Bertolucci ha fatto davvero un buon film. ricco di invenzioni cinematografiche, meditato. raffi nato, inquietante, suggestivo, denso, maturo, elegante. Non sembrino lodi sperticate. Ha dimostrato una squisita sensibilità lirica, una rara capacità evocativa, una lucidità assoluta di regia, tutte doti eccezionali per un autore così giovane (certamente il più dotato fra i giovani autori italiani) che, per di più, sembra avere la vocazione, dell'autore. Il conformista è senz'altro il miglior film di Bertolucci. [...] Con il film di oggi Bertolucci si distacca dallo sperimentalismo avanguardistico per mantenerne certe scioltezze e sostanziarle con una carica poetica e una visione soggettiva del mondo, come già in parte fece in La strategia del ragno. Il suo discorso fondamentale, anzi, è proprio questo: la denuncia delle ambivalenze dell'esistenza, delle ipocrisie, dell'affermazione dei non-valori. (Alessandro Garbarino, Rivista del Cinematografo, luglio 1971)

 

 

PASOLINI - UN DELITTO ITALIANO - Rete 4, ore 3:00

"Stringato, incalzante, molto americano nell'impostazione narrativa Pasolini: un delitto italiano è assai più sottile di JFK. Se Oliver Stone affidava il suo teorema sull'assassinio di John Kennedy a una fantasiosa quanto improbabile dimostrazione, Giordana fonda la sua tesi su una serie di argomentazioni che, a parte alcune forzature, costituiscono i punti di forza degli atti del processo. A cominciare dalla lucida perizia di Faustino Durante, il momento più illuminante di indagini formali e affrettate. Probabilmente perché non si vedeva l'ora di chiudere quello scomodo capitolo su un ancor più scomodo personaggio." (Enzo Natta, Famiglia Cristiana, 4 Ottobre 1995)