Doppietta di capolavori immortali, due film di un interessante regista spagnolo e una commedia piccante. Ecco i consigli di visione per oggi, mercoledì 25 marzo, selezionati dalla redazione di Cinematografo nei palinsesti televisivi in chiaro.

 

 

COME LE FOGLIE AL VENTO - Rete 4, ore 16:30

Kyle Hadley, figlio di un ricchissimo industriale, e il suo amico Mitch, geologo alle dipendenze del padre, sono entrambi innamorati di Lucy. Ma Kyle, con la sua intraprendenza, sposa la ragazza. L'influenza che Lucy sa esercitare su Kyle ottiene effetti insperati: il giovane, che beveva smodatamente, mostra ora di preoccuparsi della famiglia futura e desidera un figlio. Quando il medico gli dice che è sterile, si sente inutile e ricomincia a bere. Kyle ha una sorella, Marylee, anch'ella poco equilibrata, che ama Mitch. Vedendosi da lui respinta, vuol vendicarsi ed insinua il sospetto che Lucy e Mitch se l'intendano. Mélo incandescente, capolavoro travolgente. Dirige Douglas Sirk. Lauren Bacall, Rock Hudson e Robert Stack brillano. Oscar a Dorothy Malone.

 

FULL METAL JACKET - Iris (canale 22), ore 21

"Kubrick raramente utilizzò delle star, e trattò le poche che furono scritturate (Sellers, Nicholson e la coppia Kidman-Cruise) alla stregua di comparse. Era un regista di marionette, ma non per liberare “una tranquillità, una leggerezza, una grazia, da sbalordire chiunque abbia un’anima che pensa” (Von Kleist), ma al fine di piegare la personalità attoriale alle necessità dell’arte, il personaggio al giogo di un determinismo implacabile. Un punto, quest’ultimo, centrale nell’impianto filosofico kubrickiano. La distruzione della coscienza del singolo sotto i colpi dell’ordine storico-culturale è un tema che attraversa quasi tutta la sua filmografia (si pensi al filone “di guerra” Orizzonti di gloriaIl dottor Stranamore e Full Metal Jacket, o all’epopea di Barry Lindon)." (Gianluca Arnone, Il regista di marionette, Rivista del Cinematografo, n.3, marzo 2009)

 

IL REGNO - Rai 4 (canale 21), ore 21:20

"Seguendo la lezione del grande cinema civile, Rodrigo Sorogoyen riflette su come la mancanza di senso etico si estenda alla Società, della quale il protagonista non è solo una mela marcia, ma uno degli ingranaggi corrotti che la guida. La macchina da presa entra nelle stanze dei bottoni e ne mostra i meccanismi, pedinando un influente vicesegretario regionale prossimo al salto verso la politica nazionale, che vede la sua vita perfetta andare in pezzi in seguito alle notizie trapelate circa il coinvolgimento in un giro di illeciti." (Francesco Del Grosso)

 

CHE DIO CI PERDONI - Rai 4 (canale 21), ore 23:40

Madrid, 2011. Il più caldo mese di agosto che non si registrava da anni. Un milione e mezzo di pellegrini attendono la visita del Papa e la città è sorvegliata dalle forze speciali. Diverse donne anziane vengono brutalmente violentate e uccise. Due ispettori devono risolvere il caso nel più breve tempo possibile, senza far troppo rumore. Una magistrale caccia all’uomo fondata sul legame tra il tessuto urbano e le solitudini di due uomini antitetici ma entrambi marginali rispetto ad un sistema ipocrita e corrotto. Sorogoyen dirige un crime metropolitano sul malessere di una comunità improvvisamente costretta a fare i conti con rimozioni, ellissi, angosce, tormenti.

 

SECRETARY - La7d (canale 29), ore 23:45

"Invece di scrivere un saggio o comporre un patinato libro fotografico sulla componente sadomasochista dei rapporti umani, Shainberg ha diretto un film sugli spostamenti progressivi dell'intimità e del potere tra assistente e assistito, nella forma professionale della segretaria e dell'avvocato, riuscendo a restituire, nel paradosso erotico, la verità della psiche. (...) La scoperta della compatibilità dei due è divertente e fondata sulla grande disponibilità degli attori, che hanno anche il fisico del ruolo: la Gyllenhall, sottomessa a partire dallo sguardo e dagli abiti, è un'energia pronta a esplodere; Spader, dopo anni di carriera, ha trovato il ruolo che corrisponde alla sua faccina da sadico. La misura è il pregio del film, premiato al Sundance". (Silvio Danese, Il Giorno, 5 aprile 2003)