Ecco i film che la redazione di Cinematografo ha selezionato tra quelli programmati in chiaro per mercoledì 3 giugno.

 

THE NEW WORLD - Iris (canale 22), ore 21:00

"'C'era movimento sopra l'acqua, c'erano uccelli che volavano probabilmente senz'altra ragione che la sola bellezza'. È l'incipit di Elegia del viaggio di Sokurov, ma è utile per accedere al poema visuale The New World, quarto film nella carriera trentennale di Terrence Malick. Bellezza, elegia e viaggio: questi i cardini della rilettura malickiana dell'amore che fu tra il soldato di ventura John Smith (un mono-espressivo Colin Farrell) e l'indiana Pocahontas (la folgorante esordiente Q'Orianka Kilcher). È proprio lei, sfrondata della melensa sovrastruttura del cartoon disneyano, a rifulgere di bellezza, in fusione panica con la natura di una Virginia ancora vergine oggi. Malick covava il progetto sin dagli anni '70, con un intenzione esplicita: tracciare una sottile linea rossa di sangue sul mito interracial. E' questo il presupposto ideologico del film contrappuntato poeticamente - come abbiamo detto - dal trittico bellezza, elegia, viaggio: un substrato socio-politico da cui discende innanzitutto un'inversione." (Federico Pontiggia)

 

I VITELLONI - Rai Movie (canale 24), ore 21:10

"Con questo film Fellini inventò (o rese familiare, il che è poi lo stesso) un neologismo destinato a vivere ancor oggi, ad entrare nel lessico corrente. Impose nuovamente Sordi, che il noleggio allora non voleva assolutamente (lo stesso Fellini ricorda che, quando finalmente riuscì a trovare una distribuzione, nei primi manifesti e nelle prime copie gli si impose di non menzionare il nome: 'fa scappare la gente - dicevano - è antipatico, il pubblico non lo sopporta'). Soprattutto si fece finalmente riconoscere per quel che era ed è: un grande narratore crepuscolare nelle vesti di un descrittore ironico." (Claudio G. Fava, I film di Federico Fellini, Firenze, 1981)

 

JUNO – La 5, ore 21:10

“Vincitore della Festa di Roma, pluricandidato a Golden Globes e Oscar, dove l’esordiente Diablo Cody ha preso la statuetta per la sceneggiatura originale, Juno è l’opera seconda di Jason Reitman, figlio d’arte (Ivan, regista di Ghostbusters) e già acclamato per Thank You for Smoking. Costruito come le strisce dei fumetti intorno alla formazione della protagonista, ha negli strepitosi dialoghi dell’ex stripper Cody e nella freschezza recitativa della Page i punti di forza. Non si tratta di capolavoro, ma il suo acre umorismo, un’adolescenza raccontata senza filtri – il linguaggio spregiudicato, gli (im)prevedibili gusti musicali e cinematografici – e la regia fluida di Reitman ne fanno il campione dei teen-movie recentemente sorti nella “terra di nessuno” tra Sundance, MTV e indie.” (Federico Pontiggia)

 

GALLO CEDRONE - Cine 34 (canale 34), ore 21:10

"Dal ben rifornito guardaroba dell'erede degli artisti dell'avanspettacolo, Verdone tira fuori le camicie colorate, le casacche, gli occhialoni di tutti i tipi che si adattano a un estroso intrattenitore capace, con una battuta e una smorfia, di catturare e di divertire la più distratta delle platee. Stavolta, Verdone vuole proprio averla in pugno e, per dominarla del tutto, le offre un'allegra commedia - non propriamente all'italiana - simile a quelle in voga fra il 1950 e il 1960, una commedia, semmai, meglio calcolata nel susseguirsi degli episodi [...] e meglio girata di quando, a Cinecittà e dintorni, si tirava un po' via. [...] Aiutato dagli sceneggiatori che lo hanno aiutato ai suoi esordi (Leo Benvenuti e Piero De Bernardi ai quali si è aggiunto Pasquale Plastino) Verdone colora a vivacità le metamorfosi del personaggio." (Francesco Bolzoni, Avvenire, 17 ottobre 1998)

 

KING KONG - Italia 1, ore 21:20

"La storia - scritta da Edgar Wallace - è ambientata nella New York della Depressione, dove l'attrice di vaudeville Ann Darrow (Naomi Watts) rimane disoccupata. La Grande Mela è lettaralmente preda dei morsi della fame: la Darrow ruba un pomo, ma in suo soccorso arriva il regista Carl Denham (Jack Black), un Orson Welles in sedicesimi, che la convince a unirsi al suo sconclusionato progetto cinematografico, destinazione l'esotica Skull Island. Questo prologo è visivamente sontuoso, perfino calligrafico nello spaccato socio-antropologico che offre, ma anche prolisso. Non mancano, tuttavia, colpi geniali: si fa riferimento a Fay Wray l'interprete della prima Ann Darrow - deceduta nel 2004 - non disponibile per la parte perchè impegnata in una produzione della RKO, leggi King Kong appunto. E' un indice dello sfalsamento di piani metacinematografici attuato dal cinefilo Jackson, capace di offrire allo spettatore un remake che sconvolge l'idea acquisita di kolossal hollywoodiano. Anche con questi folgoranti e sommessi appigli intertestuali." (Federico Pontiggia)