Il grande sogno di Placido sbarca a Venezia. L'ammissione - cui fa seguito un' imbarazzata smentita (E' solo una delle ipotesi in campo", correggerà il tiro Giampaolo Letta) - arriva direttamente dal Presidente Medusa Carlo Rossella che dalla Casa del Cinema di Roma ha presentato stamattina il listino della controllata Mediaset. Dopo Baaria di Tornatore dunque, Venezia pesca dal cilindro Medusa l'altro attesissimo italiano della nuova stagione, un affresco di sapore autobiografico del '68, che riporta in vita amori, ideali e utopie di una generazione capitanata sul grande schermo da Riccardo Scamarcio, Luca Argentero e Jasmine Trinca, ovvero i bellissimi del nostro cinema. Come il kolossal siciliano di Tornatore, anche il film di Placido - a giudicare dal trailer -  sembra intriso di  nostalgia e retorica, abbinati a uno score che mixa le maggiori hit dell'epoca (con l'ennesima inedita  versione di Suzanne di Cohen). "Un listino importante che conferma e consolida la linea editoriale Medusa - annuncia l'ad Letta -, l'attenzione verso il grande cinema d'autore, italiano soprattutto, unita all'acquisizione di produzioni più commerciali". Oltre a Placido e Tornatore, lo zoccolo duro dei connazionali annovera Il figlio più piccolo di Pupi Avati che, dopo Greggio (Il papà di Giovanna), vuole trasformare in un attore drammatico anche Christian De Sica, nei panni di un immobiliarista sull'orlo del crac finanziario (nel cast anche Luca Zingaretti e Laura Morante). Amara anche la commedia umana di Paolo Virzì - La prima cosa bella (dall'omonimo successo degli anni ‘70 dei Ricchi e Poveri) - che torna, un anno dopo il successo di Tutta la vita davanti, ad affidarsi alla coppia Valerio Mastandrea - Micaela Ramazzotti (fresca di nozze proprio col regista livornese): lui è Bruno, un professore milanese che ritornato nella città natale si concede un ultimo percorso a rebours, tra gli affetti e i ricordi di una vita perduta. Atteso anche il ritorno in patria di Muccino: con Baciami ancora il transfuga in America riannoda il filo con il suo più clamoroso successo made in Italy, L'ultimo bacio, svelandoci che direzione hanno preso le vite di Carlo e Giulia, protagonisti del film del 2001. Ritroveremo Stefano Accorsi e Pierfrancesco Favino, Claudio Santamaria e Sabrina Impacciatore, mentre hanno dato forfait Giovanna Mezzogiorno e Martina Stella (ma quest'ultima, come ha sottolineato di recente Muccino, non era mai stata presa in considerazione). Addirittura doppietta per Federico Moccia, presente in listino con Amore 14 - tratto ovviamente dal suo ennesimo best-seller -  e Scusa ma ti voglio sposare, sequel del fortunatissimo Scusa ma ti chiamo amore e nuova puntata della tormentata liason tra Raoul Bova e Michela Quattrociocche. Un altro campione del filone adolescenziale, Nicolas Vaporidis, sarà protagonista insieme ad Ana Caterina Morariu, Myriam Catania, Sergio Rubini ed Enrico Montesano del globetrotter Tutto l'amore del mondo, esordio in regia di Riccardo Grandi che racconta scoperte e delusioni di un gruppo di quattro ragazzi in viaggio per l'Europa. E a proposito di giovani autori, da segnalare anche l'opera seconda di Luciano Melchionna che dopo il pugno allo stomaco del debutto (Gas) vira verso la commedia sociale in Ce n'è per tutti, un pamphlet che prende di mira il cinismo dei media avvalendosi di un terzetto tutto al femminile: Ambra Angiolini, Micaela Ramazzotti e Stefania Sandrelli.  Di registro diverso i titoli di Saverio Costanzo (che sta lavorando all'adattamento  de La solituidine dei numeri primi di Paolo Giordano, Premio Strega e Premio Campiello 2008), del debuttante Giuseppe Capotondi (con il thriller-melò La doppia ora, con Ksenia Rappoport e Filippo Timi) e di Donatella Maiorca (che nella Sicilia di fine ‘800 racconta l'amore lesbo tra Valeria Solarino e Isabella Ragonese: Viola di mare). Nutrito anche il versante della risata: si va dall'usato sicuro di Leonardo Pieraccioni (Io & Marilyn) Carlo Vanzina (La vita è una cosa meravigliosa, con gli habituè Gigi Proietti, Enrico Brignano, Vincenzo Salemme e Nancy Brilli) e Ficarra e Picone (il loro prossimo lavoro è ancora senza un titolo) alla primigenitura big screen di Gennaro Nunziante che in Cado dalle nubi tiene a battesimo il debutto cinematografico di Checco Zalone. Grandi firme per il listino internazionale, a iniziare da Scorsese che nel thriller Shutter Island (dall'omonimo romanzo di Dennis Lehane) dirige Leonardo Di Caprio, ancora alla caccia di un Oscar. Tornano sotto l'egida Medusa i fratelli Coen, che promettono la solita miscela di irriverenza e nonsense in A Serious Man, con Adam Arkin e Richard King.  Scorrettissimo anche il ritorno di Sacha Baron Cohen (Borat) che si affida nuovamente alle sue marachelle "dal vero" in Brüno, dove si finge un giornalista gay della tv austriaca convinto che il fashion possa salvare più vite umane dei medici. Nel trailer mostrato stamattina alla stampa - divertente e sconclusionato come da copione - non manca persino una battuta su Michael Jackson che, come assicura Letta, "verrà tolta dal promo definitivo e dal film". Woody Allen ha due film in listino: Whatever Works è una variazione sui temi del cinema del maestro newyorkese che torna a girare nella Grande Mela e lancia il suo alter ego, Henry Cavill, campione di nevrosi e massime esistenziali. Al suo fianco Evan Rachel Wood. Ancora senza un titolo e una trama invece il work in progress londinese di Allen (provvisoriamente ribattezzato Woody Allen London Project) che vanta un cast alla star: Anthony Hopkins, Antonio Banderas e Naomi Watts. Attesa anche per The Green Zone, spy-story che ripropone la coppia Paul Greengrass-Matt Damon (regista e attore della saga di Jason Bourne), The Hole di Joe Dante, fantasy per le famiglie in 3D ("Formato a cui crediamo molto dopo il successo di San Valentino di sangue", sottolinea Letta, che sul tridimensionale annuncia anche un imminente impegno produttivo Medusa in Italia) e The Men Who Stares at Goats di Grent Heslov, lo sceneggiattore della Good Night and Good Luck di Clooney. E l'attore ne sarà il protagonista insieme ad Ewan McGregor, Kevin Spacey e Jeff Bridges. Il film? Una commedia pazzoide "a metà strada tra Altman e i Coen", che rievoca trent'anni di guerre americane e promette di essere il cult del nuovo millennio.