"E' una doccia benedetta, sono sbalordito": così Emanuele Crialese accoglie la candidatura italiana agli Oscar di Nuovomondo. Già vincitore di un Leone come "rivelazione" della 63esima Mostra di Venezia, il terzo lungometraggio di Crialese è stato preferito dalla Commissione di selezione a Il caimano di Nanni Moretti, Fuoco su di me di Lamberto Lambertini, Lettere dal Sahara di Vittorio De Seta, Il mio miglior nemico di Carlo Verdone e Il regista di matrimoni di Marco Bellocchio, mentre Romanzo criminale di Michele Placido e La stella che non c'è di Gianni Amelio, inzialmente inseriti nella rosa dei papabili, sono poi stati ritirati. "Sono molto felice - dice Crialese - sono al terzo lungometraggio, ma non mi sento un regista "di carriera": faccio film con le persone che amo, e rappresentare l'Italia agli Oscar è meraviglioso". Nuovomondo in dieci giorni di programmazione ha totalizzato al box-office italiano 750mila euro, una cifra raggiunta dal precedente Respiro in due mesi, e ora punta agli Academy Awards con un lusinghiero biglietto da visita: "Oltre al distributore internazionale Wild Bunch, abbiamo - dice l'ad di Raicinema Giancarlo Leone, che coproduce e distribuisce con 01 - tre distributori americani interessati, con i quali stiamo negoziando: a memoria è la prima volta che un film nazionale ha questa pluralità di offerte, e ci fa ben sperare". Crialese si tiene alla larga dalle polemiche, confessa di non avere ancora visto il concorrente più agguerrito della vigilia, Romanzo criminale ("Non vado al cinema da un anno"), afferma di essere cresciuto con il cinema di Nanni Moretti ("Ma Il Caimano non m'ha acchiappato") e dichiara tutta la propria ammirazione per Gianni Amelio - che ha ritirato La stella che non c'è per concedere la possibilità degli Oscar ad altri colleghi - e Marco Bechis. Sui diretti rivali nella corsa all'Oscar per il miglior film straniero, Crialese dice di "non temere nessuno, ho apprezzato Volver, che ha un punto di forza per il mercato americano in Penelope Cruz, ma non è il film migliore di Almodovar, e mi dicono un gran bene del tedesco La vita degli altri". Del suo Nuovomondo dice che "è un film che getta un ponte tra vecchio e nuovo mondo, una storia che parla anche degli americani e che per questo dovrebbe interessarli". A quanti gli rimproverano una visione troppo buonista di Ellis Island, Crialese risponde come sia "facile accanirsi su posizioni critiche e politiche, al contrario io ho voluto raggiungere il pubblico americano, senza strizzare l'occhio con una visione mediterranea, ma cercando equilibrio e delicatezza". "Quello che non c'è, ovvero l'eugenetica, le sperimentazioni sugli uomini, i Rockfeller, i Carnegie e i Kellog - prosegue il regista - non l'ho messo perchè avrei fatto un film di cinque ore, probabilmente lo mostrerò in un documentario, ma a oggi non ho progetti". Da ultimo, Crialese ringrazia Raicinema e la Mostra di Venezia, che l'ha voluto in concorso e premiato ("Dal Leone non ho più tagliato la barba"): "Sono arrivato in Rai con il film non terminato, chiedendo un finanziamento per girare il finale visionario: mi hanno accolto, e tramortito d'amore".