"Camminare su un campo minato senza farlo esplodere". Così Valerio Mastandrea ha percorso il territorio familiare di Non pensarci, la commedia di Gianni Zanasi acclamata alla Mostra di Venezia, acquistata in 17 Paesi e in uscita in 200 sale italiane il 4 aprile. Mastandrea interpreta Stefano Nardini, un rocker fallito 36enne, che ritorna a casa, e trova il padre (Teco Celio), reduce da un infarto, che gioca a golf; la mamma (Gisella Burinato) che segue corsi di tecniche sciamaniche; la sorella (Anita Caprioli) che ha mollato l'università per dedicarsi ai delfini e il fratello (Giuseppe Battiston) sull'orlo del divorzio, mentre l'azienda di famiglia, una fabbrica di ciliegie sotto spirito, è ben avviata verso il fallimento. Nel cast anche Caterina Murino, Paolo Briguglia, Dino Abbrescia e Luciano Scarpa, Non pensarci segna il ritorno al cinema di Zanasi otto anni dopo A domani: "Ho scontato, insieme a molti altri, una situazione produttiva complicata in Italia, dove un progetto non allineato come il mio ha faticato a concretizzarsi, perché non ho 50 anni nè potendo contare su amicizie potenti. Per fortuna, credo che oggi la situazione sia cambiata". Premiato col Pasinetti a Venezia, Zanasi dice di "aver voluto evitare l'astrazione nel raccontare la famiglia, entrando in un gruppo di persone vere e dunque piene di imperfezioni e contraddizioni. Ho cercato l'imprevedibilità a scapito del giudizio", mentre la Caprioli mette l'accento sul sentimento, Battiston sulla "rappresentazione realistica della famiglia, spesso luogo della non conoscenza reciproca" e Celio su "un gruppo di persone, i familiari, che purtroppo devono vivere insieme, qui come in tutto il mondo". Per l'ironico e divertito Mastandrea, "non è vero che si costruiscono i personaggi, ma le storie, grazie al regista. Per me è come se fosse il primo film: Zanasi ha un modo di lavorare anomalo, richiede agli attori quanto chiede a se stesso: sofferenza e ricerca, a tal punto da logorarti, in senso positivo. E noi ci siamo logorati tutti, con grandi sorrisi". "Ridere - ribatte Zanasi - è stato ciò che mi ha fatto accendere i motori, a partire dall'idea per me molto divertente di un rocker che prende in mano un vasetto di ciliegie sotto spirito... Ne è nato un progetto strutturato, ma che ho cercato di non soffocare, lavorando sull'improvvisazione in fase di scrittura per dare spazio ai personaggi. Perché il risultato sia buono, devo avere la sensazione di scrivere un film d'avventura". Prodotto dalla ITC Movie di Beppe Caschetto  - "Un po' come stare con gli indiani contro i cowboy, perché Zanasi era fermo da tanto e i prerequisiti commerciali erano scarsi") con Pupkin e la collaborazione de La7, Non pensarci è stato girato - dice il regista - "cercando di abbassare le sicurezze, indebolire gli aspetti tecnici degli attori per far uscire gli aspetti più personali". Lodevole la prova di mastandrea, capace di leggerezza anche nei frangenti drammatici: "Arrivo sullo shcermo in modo naturale - risponde l'attore ai tanti complimenti - ma dietro c'è un grande lavoro, che non so spiegare, e il dialogo costante col regista" "Zanasi - ribatte la Murino - a me precisina e pesante mi ha fatto buttare via il copione e insegnato la leggerezza, che viceversa Valerio (Mastandrea) possiede di natura". Sulla stessa lunghezza d'onda anche la Caprioli e Battiston: "Nel film c'è ironia più che comicità, ed è un valore aggiunto. Ma l'ironia è un risultato, non credo nella spontaneità". Chiusura affidata al mattatore Mastandrea, che scherzando con Zanasi dice che "sono in cantiere due sequel: Ci penso io e Fate un po' come vi pare...".