Con un comunicato assai insolito pubblicato ieri, la Paramount Pictures ha contraddetto Variety sulla sbandierata avversione dei credenti nei confronti di Noah di Darren Aronofsky. Il sito americano nei giorni scorsi aveva pubblicato i risultati di un sondaggio promosso tra i membri di un gruppo di fedeli (Faith Driven Consumers), in cui si scopriva che il 98% degli intervistati non nutriva alcun interesse verso il kolossal biblico prodotto dalla Paramount, ritenendosi “non soddisfatto da un film a tema biblico che sostituisce il messaggio centrale delle Scritture con quello creato da Hollywood”. Ma è proprio la buona fede del sondaggio ad essere stata messa in discussione dallo Studio, che nella sua nota dichiara: "La domanda del sondaggio che ha avuto il tasso di risposta del 98 per cento non conteneva alcun riferimento a Noah, nonostante la segnalazione di Variety suggerisca il contrario”. Inoltre, "la ricerca da parte di imprese leader del settore sulle aspettative nei confronti del film dipinge un quadro molto diverso."
La Paramount cita a riprova l'attività di monitoraggio condotta dal Nielsen National Research Group e da Barna Group che evidenzierebbero al contrario forte curiosità per il kolossal diretto da Darren Aronofsky (nelle sale americane il 28 marzo). Secondo Nielsen “l'83 per cento degli intervistati ha espresso interesse per il film”, fa sapere la major, che riporta anche quanto dichiarato dal Presidente di Barna, David Kinnaman, in merito al sondaggio promosso dall'istituto: “La maggior parte dei pastori raccomanda alla gente di vedere Noah". Nel frattempo però è arrivata la piccata replica del fondatore di Faith Driven Consumers, Chris Pietra, che sulla validità del sondaggio condotto dal proprio gruppo di ricerca ha detto: "Abbiamo inviato a ogni intervistato una email introduttiva della nostra indagine in cui si fa esplicito riferimento a Noah”.
Questa insolita disputa combattuta a colpi di dichiarazioni e di sondaggi può apparire stucchevole. Ma se un colosso industriale come la Paramount decide di muoversi contro la più autorevole testata cinematografica al mondo, significa che il livello di nervosismo attorno all'exploit economico di Noah ha superato il livello di guardia. Più che la presunta ispirazione biblica del film, a preoccupare la Paramount è ovviamente il suo appeal al botteghino.
Nonostante la presenza di star quali Russell Crowe, Emma Watson ed Anthony Hopkins, Noah resta un progetto a rischio dal punto di vista commerciale. 130 milioni di budget non sono pochi, e il fatto che il regista sia stato “invitato” a rimontare la terza parte non aiuta la promozione del film (quando ritocchiamo qualcosa ammettiamo in effetti che qualcosa non andava). Forse perciò sono stati stanziati di recente 10 milioni di dollari per convertire il kolossal in 3D: per il fascino che la stereoscopia sortisce ancora in una fetta di pubblico, e perché Noah in questo modo incasserebbe di più su ogni singolo biglietto venduto, maggiorato ad hoc per il formato tridimensionale.