In sala da oggi (distribuito da L'Altrofilm in trenta copie), La rabbia di Louis Nero è la storia di un giovane autore che per girare l'opera prima, e pur di non scendere a compromessi con i diktat dell'industria, le tenta proprio tutte, compreso un colpo in banca. "È un film autobiografico, ma solo in parte", assicura il regista torinese (anche sceneggiatore, direttore della fotografia, montatore, co-produttore e distributore), fedina penale pulita, e una trilogia all'attivo: Golem, Pianosequenza e Hans. "Il problema non sono soltanto i produttori, ma i distributori: nel mio film ce n'è uno, interpretato da Gregorio Napoli, che i titoli autoprodotti si rifiuta persino di vederli: visto uno, visti tutti, dice". Ma allora, se nessuno produce e distribuisce, come si fa a realizzare un film, per di più interpretato da una star come Faye Dunaway? Basta crederci: anzi, basta che ci creda Franco Nero: conosciuto sul set di Hans ("merito di un altro genialoide indipendente, Silvano Agosti"), l'attore ha investito soldi e - soprattutto - passione, ritagliandosi un ruolo da co-protagonista e coinvolgendo nel progetto amici e colleghi di vecchia data, da Philippe Leroy a Tinto Brass: "avevo capito subito il suo talento, scoprendo un giovane determinato ma anche umile, pronto ad accettare i miei consigli. E così, quando ho letto la sceneggiatore de La rabbia, ho voluto aiutarlo. Il film è un omaggio al mondo fantastico di Federico Fellini, sono sicuro che se ne parlerà a lungo". Ne è convinto anche Brass, che - proprio come Louis Nero - cominciò scrivendo, montando e producendo i propri film: "Mi sono trovato molto a mio agio, ho pensato che c'è ancora gente che fa cinema per passione! E poi, la rabbia è un sentimento che a lungo mi è appartenuto: il mio primo film, Chi lavora è perduto, fu definito da "L'Espresso" "la calma rabbia di Bonifacio B.", quindi - nonostante la differenza d'età - condivido con Louis disincanto, delusioni e frustrazioni. E la stessa rabbia che attanaglia i giovani di oggi, che non riescono a realizzare i propri sogni e sono costretti a fare i conti con l'ipocrisia". E chissà che il feeling tra il maestro veneziano dell'erotismo e il giovane Nero non porti ad un altro film insieme, ma stavolta a parti rovesciate: "sto pensando di fargli interpretare Rasputin", scherza Brass a proposito del look di Louis: che intanto è tornato al lavoro su molti progetti, e sta scrivendo La vita immaginaria di Federico Fellini. Chi si ferma è perduto.