"Gli attori non sono gente normale, sono schizofrenici: si guardano nel profondo fino a farsi male. Ora sento di dovermi prendere una pausa e di capire dove sono nella vita". Parola di Kasia Smutniak, protagonista con Marco Foschi di Nelle tue mani diretto da Peter Del Monte, in anteprima al festival di Torino e - probabilmente - in sala a fine gennaio distribuito da Teodora Film. "Tormentatissima storia d'amore tra due non ventenni, cosa abbastanza rara nel panorama cinematografico italiano - dice Del Monte - Nelle tue mani nasce dalla mia predilezione per personaggi femminili instabili: rifletto sul rapporto tra l'ordine e il caos, con un astrofisico abituato a esplorare l'ignoto cosmico (Foschi) e una donna Mavi (Smutniak), che irrompe nella sua vita con la violenza di un meteorite". "Mavi non è me, ma Peter: un animale selvaggio che va per la sua strada, senza voltarsi, senza guardarsi intorno", aggiunge la Smutniak. Prodotto da Roberto e Mattia Levi, con budget inferiore ai 700mila euro, regista e attori senza cachet, girato in alta definizione (vent'anni fa Del Monte fu precursore nell'utilizzo dell'HD con Giulia e Giulia, NdR), Nelle tue mani per la Smutniak è stata un'esperienza forte: "Anche nella vita al tempo della riprese avevo una figlia di un anno e mezzo, e sul set quando la mia bambina finzionale piangeva o veniva da me trascurata mi sentivo una cattiva madre, tornavo a casa e abbracciavo la mia piccola (avuta dal compagno Pietro Taricone, NdR)". Nel frattempo, a dicembre ultimerà le riprese di Caos calmo di Antonio Luigi Grimaldi, dal romanzo omonimo di Sandro Veronesi, al fianco di Moretti: "Nanni è alla mano, divertente: sa tutto, legge persino Novella 2000", mentre in Inghilterra ha preso parte a Goal 3 prodotto da Buenavista. Per Marco Foschi, "il problema di Mavi viceversa riguarda la realtà che non sa accettare quello che non è ordinario". Attore di lungo corso a teatro, 11 le collaborazioni con "il mio maestro Latella", Foschi ha un cameo in Come tu mi vuoi "del mio amico Volfango De Biasi, a cui Medusa ha imposto il film...", ma dice: "teatro e cinema in Italia sono mondi separati: operatori e casting difficilmente vanno a teatro, a differenza che all'estero. Pur con poche partecipazioni sul garnde schermo, devo ritenermi fortunato rispetto ad altri miei colleghi".