“Quando racconto una storia parto da un'idea realistica e navigo in una sorta di evocazione del cinema, non proprio citazione. Stavolta ho voluto realizzare un film che ricordasse le grandi storie delle commedie anni '60, dei vari Dino Risi e Monicelli, o Billy Wilder e Blake Edwards. Per farlo ho provato a costruire dei luoghi partendo dal mio immaginario e all'inizio di questo film lo dichiaro subito, attraverso quelle immagini animate”. Daniele Ciprì presenta così La buca, sua opera seconda in solitaria dopo E' stato il figlio, che Lucky Red porta nelle sale il 25 settembre in circa 200 copie.

Il film, scritto da Ciprì insieme ad Alessandra Acciai, Massimo Gaudioso e Miriam Rizzo, racconta la storia di un incontro fortuito, causato da un cagnolino, tra Armando (Rocco Papaleo) e Oscar (Sergio Castellitto): il primo è appena uscito di prigione dopo 27 anni, detenuto per un crimine mai commesso, il secondo è un avvocato fallito, sempre in cerca di spunti truffaldini, che nella vicenda di Armando intravede la possibilità di poter intentare causa allo Stato e ottenere un risarcimento milionario. “Il mio personaggio è senza rancore, non ha nessuna voglia di vendicarsi o ribaltare quello che gli è ingiustamente accaduto: una specie di angelo che piomba in un universo sospeso”, dice Papaleo, di nuovo “ex detenuto” dopo il successo di Un boss in salotto: “Si vede che ho qualche pendenza con la giustizia, oppure sono gli sceneggiatori che hanno poca fantasia… O troppa”, aggiunge scherzando l'attore, per la prima volta sullo schermo insieme a Sergio Castellitto: “Io sono il ‘cattivo' della situazione. Interpreto un personaggio che mi ha concesso un grande dinamismo, al limite dell'inciampo. Un uomo che prova a dare una dignità filosofica alle truffe che tenta di organizzare. Ciprì ha saputo sporcarsi le mani con qualcosa di più popolare: la commedia racconta cose serissime divertendo, come il tema dell'illegalità. E noi abbiamo dato vita ad un incontro-scontro della recitazione di maschere in un impianto elegantissimo.È stato come farsi tirare da Daniele (Ciprì, ndr) verso un tipo di cinema e noi abbiamo provato a trascinarlo anche in altre direzioni”, racconta l'attore. Nel cast anche Valeria Bruni Tedeschi, che interpreta la titolare del bar dove si svolgono molte delle scene nevralgiche del film: “Recitare con Papaleo e Castellitto è stato come ritrovarsi di fronte a due clown diversi, uno più cinico e uno più triste”.

Girato a Cinecittà e in alcune zone periferiche di Roma, La buca non è però ambientato in nessun luogo riconoscibile: “Bisogna avere il coraggio di costruire un immaginario. Io non sono mai stato un realista”, dice Ciprì, che racconta: “Mi ricordo di quando Wenders venne a Palermo per girare il suo film e chiese un aiuto per i sopralluoghi. Era impossibile dare una mano, perché sono talmente abituato a isolare i luoghi che riprendo che finiscono per cambiare i connotati. Il personaggio di Armando esce di galera e arriva in un luogo ai confini della realtà, del mondo: la continuità tra questo film e le mie opere precedenti è data dal raccontare qualcosa che esiste ma sempre attraverso l'elemento del grottesco”.