Il Premio Oscar F. Murray Abraham dà il volto al Sommo Poeta nel film Il mistero di Dante, in 30 sale italiane dal 14 febbraio per svelare il lato esoterico della sua arte. “È un viaggio a metà tra il documentario e la fiction – spiega il regista Louis Nero – che porta a rivisitare La Divina Commedia in una chiave diversa da quella studiata a scuola. Arriva al cinema a San Valentino, un giorno dedicato alle coppie scelto come omaggio per il gruppo di ricerca filosofica, “I fedeli d'Amore”, a cui Dante apparteneva per glorificare la dedizione alla conoscenza”.
Il lavoro, presentato oggi a Roma dopo due anni di riprese e coprodotto da Franco Nero, raccoglie testimonianze e approfondimenti: “L'aspetto simbolico convive con quello letterario e accanto alla letteratura accademica troviamo quella non ufficiale di studiosi come Giovanni Pascoli, ad esempio, che è stato mandato via dall'università proprio dopo aver pubblicato questi lavori”.
“Questo film – commenta Abraham – ha messo insieme intellettuali di tutto il mondo ricreando una magia rara. Non dobbiamo chiederci in che forma Dante ci parli oggi, ma esaminare perché un classico come le sue opere duri per sempre. Cosa lo rende universale? Ci ricorda la nostra umanità, nonostante i conflitti che sono gli stessi di ieri”.
L'interprete statunitense, artefice di performance indimenticabili in pellicole come Scarface e Il nome della rosa, ha ottenuto l'Academy Award per Amadeus e sarà al cinema dal 10 aprile nell'ultima fatica di Wes Anderson, The Grand Budapest Hotel, film che aprirà l'imminente Festival di Berlino. Prima di tornare sul set della pluripremiata serie tv Homeland – Caccia alla spia, sarà in scena a New York con L'opera da tre soldi di Bertold Brecht. Nella Capitale ha raccontato di aver aderito al progetto di Nero come parte della sua vocazione da performer: “Un attore – ha detto – deve interpretare anche l'esoterismo dei grandi poeti rappresentandolo a livello semplice a tutti. E non perché la gente sia stupida, ma per far capire che la verità richiede lavoro. Questo vale anche per Dante: ha visto l'Inferno e il Purgatorio ma ha deciso che c'era una via d'uscita. Il mondo ha bisogno di questo tipo d'immaginazione e di esempi, come Papa Francesco, un testimone non solo per i cattolici, ma per tutti”.
Nel documentario si avvicendano molte voci autorevoli, come Monsignor Agostino Marchetto, il Rabbino Capo Riccardo di Segni, il regista Franco Zeffirelli, lo scrittore Valerio Massimo Manfredi, lo sceneggiatore Christopher Vogler e il professor Gabriele La Porta, che ha deciso di far conoscere l'opera ai suoi studenti dell'Università di Siena.
Prima d'iniziare l'avventura tra le righe del Sommo Poeta, la guida (Abraham) indirizza al pubblico un'unica richiesta, “Lasciare spazio a ciò che è inesplicabile”. Lo scopo, conclude il regista, “è togliere i preconcetti e aprire gli occhi” per essere guidati “nel mezzo del cammin di nostra vita”.