Nessun riferimento politico a Bush, la guerra all'Iraq e gli Stati Uniti, ma una riflessione sul post 11 settembre e sulla natura umana, sugli effetti della modernizzazione, sulla sete di ricchezza e sulla conseguente perdita dell'innocenza. Ma soprattutto sulla forza dell'amore. Questo in sintesi The Village, il nuovo film diretto dal trentaquattrenne regista de Il sesto senso, M. Night Shyamalan, in uscita nelle sale italiane il 29 ottobre distribuito dalla Buena Vista (in circa 100 copie) e presentato questa mattina a Roma dal regista e dalla protagonista femminile, Bryce Dallas Howard, figlia del celebre regista Ron Howard. The Village racconta la storia di un piccolo villaggio della Pennsylvania, i cui gli abitanti vivono nella convinzione che nel vicino bosco si nascondano misteriose e pericolose creature. Per tutti vige il più assoluto divieto di penetrare nella foresta, fino a quando uno dei giovani della comunità viene ferito e la necessità di reperire le medicine necessarie spinge il capo villaggio a mandare in città la giovane figlia cieca, anche promessa sposa del ragazzo. "Il film è  stato concepito un anno e mezzo dopo la tragedia delle Due Torri - spiega il regista -. C'era una domanda alla quale sentivo di voler dare una risposta: quando, come e dove abbiamo sbagliato?". Non a caso la storia è ambientata alla fine dell'800, "il periodo in cui la lotta per la libertà cede il passo alla lotta per il denaro - continua il regista -. In quel momento la società ha cominciato a corrompersi e ha preso piede l'egoismo individuale e la voglia di fare soldi a tutti i costi". "Non credo che l'uomo sia un animale cattivo - continua il regista -. Nasce buono, ma una volta immerso nel tessuto sociale perde questa sua innocenza, anche per una questione di sopravvivenza. Sono convinto che senza macchine e computer potremmo avere un risveglio migliore di quello di oggi e recuperare molto di ciò che abbiamo perso e per il quale sicuramente vale al pena di vivere e morire". Negli Usa il film (uscito quest'estate) ha avuto una tiepida accoglienza, non solo da parte della critica, ma anche del pubblico. "Credo che The Village sia andato un po' al di sotto delle iniziali aspettative di successo perché in un certo senso ho rotto una promessa. Avevo assicurato loro un film sovrannaturale e, invece, si sono trovati di fronte a una storia d'amore. Ma in realtà credo che l'amore sia la più grande potenza sovrannaturale che esista. E' grazie alla forza dei suoi sentimenti che Ivy (questo il nome della protagonista, n.d.r.) può superare ogni ostacolo e attraversare un bosco da sola. La sua cecità non è più un handicap, ma una nuova forza". Per prepararsi al ruolo Bryce Dallas Howard - sul set è affiancata da Joacquin Phoenix, Adrien Brody, William Hurt e Sigourney Weaver - ha trascorso diverso tempo in un istituto per non vedenti di New York:  "Ho passato ogni giorno 90  minuti con gli occhi bendati e ho anche attraversato il bosco senza vedere nulla" racconta la giovane attrice che ha da poco terminato le riprese di Manderlay, il sequel di Dogville diretto da Lars von Trier, nel quale ha preso il posto di Nicole Kidman. "Von Trier lavora molto sull'improvvisazione, è spontaneo ed emotivo, mentre Shyamalan è preciso e prepara tutto meticolosamente molto tempo prima di girare". Quanto al prossimo film di Shyamalan, "sto lavorando alla sceneggiatura  ma non posso anticipare nulla" dice il regista che parla anche di un libro che ha amato molto, Vita di Pi, e che potrebbe ispirare anche un altro film.