"Durante gli anni dell'ottimismo clintoniano, feci un film cinico, da cui scappare: L'ultimo bacio. Oggi dopo l'11 settembre, dopo che i terroristi ci sono entrati in casa, racconto le cose semplici che ci fanno sentire ancora in vita, come il "Papà" detto da un figlio, perché la famiglia è ancora il nucleo centrale, primordiale, da cui tutto parte. E da li si ripartirà, se questo Baciami ancora avrà un sequel tra 10 anni, con i figli dei protagonisti che saranno 18enni...".
Così il regista Gabriele Muccino presenta il suo Baciami ancora, prodotto da Fandango e distribuito da Medusa da venerdì 29 gennaio in oltre 600 copie, che riporta sullo schermo i protagonisti de L'ultimo bacio (2001): Stefano Accorsi nei panni di Carlo e Vittoria Puccini che ha sostituito Giovanna Mezzogiorno in quelli di Giulia, per una coppia "scoppiata", con la figlia Sveva per eredità, due compagni - Simone (Adriano Giannini) e Anna (Francesca Valtorta) e le carte del divorzio in mano; Pierfrancesco Favino e Daniela Piazza, ovvero Marco e Veronica, anche loro al capolinea del matrimonio, con un figlio dolorosamente mai arrivato; Giorgio Pasotti nel ruolo di Adriano, di ritorno dopo un decennio e due anni di carcere in Colombia per incontrare il figlio (Matteo) che aveva subito abbandonato e la sua ex moglie, la Livia di Sabrina Impacciatore, che nel frattempo vive una storia d'amore con il Paolo di Claudio Santamaria, in cura pischiatrica per la depressione, e infine Alberto, interpretato da Marco Cocci, che continua a passare da una donna all'altra con sempre tanta voglia di partire...
"Soffrivo l'esilio negli Usa - spiega Muccino, che a Hollywood ha girato La ricerca della felicità e Sette anime, entrambi con Will Smith, qui ricordato in "cammeo televisivo" con Io sono leggenda - e, dopo quest'esperienza che mi ha reso ancora più umile, meno narciso, volevo tornare a essere profondamente libero, con il lusso enorme di inseguire la mia visione. Questo film, tra le altre cose, parla di quel senso d'eternità che, in una società che fagocita tutto, riesci a cogliere solo con la paternità. E delle necessità di comunicare, per quella paura della solitudine che caratterizza queste e tutte le storie d'amore". Ma negli Usa, Muccino potrebbe tornare a lavorare già in estate, per un film di fantascienza, "una storia d'amore ambientata su un'astronave", con Keanu Reeves, che sarà preceduto o seguito da una commedia italiana, con gran parte del cast di Baciami ancora e i film con Manfredi, Tognazzi, Sordi per modello.
Sui personaggi femminili di questo sequel, il regista sottolinea come "la società oggi richieda alle donne prestazioni eccezionali, devono essere madri e in carriera. E il mondo del lavoro, con tutte le sue difficoltà, spesso nevrotizza il loro rapporto con gli uomini. Ma le donne sono più vicine alla verità, al senso della vita, mentre a noi ci mancano le chiavi d'accesso, sia all'universo femminile che al significato dell'esistenza", sconfessando, viceversa, come fu per quella dei 30enni nell'Ultimo bacio di aver voluto qui inquadrare la generazione dei 40enni: "Questa storia è un incubo. Anche in passato, non ho mai avuto la tentazione di mettermi in cattedra: navigo a vista, con orizzonti limitati, questo non è l'assioma di una generazione".
"Ritrovare questi personaggi? E' stato come ritrovare dei compagni di strada, te li ricordi, ti ci affezioni: è ritrovarsi in famiglia. Il mio Carlo afferma che è più facile essere amati che amare, ma alla fine capisce che, anche se è crudele, deve eliminare il superfluo, e ritrovare l'amore", dice Accorsi, rinfrancato da Cocci: "Ho avuto la sensazione di non esserci mai lasciati", mentre Pasotti definisce Baciami ancora "un film sulla speranza, che nella vita non deve mai mancare" e di Muccino dice: "L'ho trovato cambiato: prima aveva la volontà di esprimere il proprio talento con i movimenti della macchina da presa, con l'esercizio di stile: qui si è messo completamente al servizio della storia e degli attori".
Sul ruolo delle donne, Pasotti prosegue: "Sono più forti, la nostra ancora di salvezza, la colonna portante della vita di coppia. Gabriele ha scritto il film dopo tre figli con tre donne diverse, saprà bene come la donna sia essenziale per andare avanti", mentre la new entry Valeria Bruni Tedeschi, nei panni della madre di due bambini che, abbandonata dal marito, incontra Adriano (Pasotti), dice di essere "piacevolmente entrata in una festa già cominciata, nei panni di una donna negata, tradita e abbandonata, che tuttavia cerca di sopravvivere allegramente. E' eroica".
Del suo personaggio, Favino afferma: "E' così dai tempi di Ulisse: lui sbatte le corna con tutto il mondo, mentre lei tesse la tela a casa. Dopo L'ultimo bacio, qui la donna è centrale: non mamma, donna e basta, forte, indipendente. Gabriele ha fatto un salto di maturità enorme", mentre Santamaria ironizza: "Se ci fossero cinque uomini felici, finirebbe tutto in un quarto d'ora" e la Puccini aggiunge: "Entrare in questo gruppo già collaudato è stato molto facile. E devo ringraziare Muccino, che sapevo quanto bene - "e anche a suon di schiaffi", aggiungono i colleghi - dirigesse gli attori".
Ultima parola a Giannini, che scherza: "Se recitare nei panni di un attore definito cane è pericoloso, rivaluto la nostra categoria, che per definizione è sentimentalmente sterile", e Sabrina Impacciatore: "Dopo la via della fuga de L'ultimo bacio, questa è la via del ritorno, pervasa da un'insoddisfazione perenne: non si sa se quel che succede alla fine sia la felicità. Comunque, Gabriele si è riconciliato col mondo femminile".